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E il Kosovo resta una polveriera

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Tensioni nella parte nord del Paese tra kosovari e serbi. Militari italiani feriti ma non gravi. Il ministro Tajani colloquia con i due Paesi

Sono 34 i militari Kfor, tra ungheresi, moldavi e italiani, rimasti feriti negli scontri avvenuti a Zvecan durante le proteste della popolazione kosovaro-serba. I militari sono rimasti feriti dal lancio di molotov, con dentro chiodi, petardi e pietre. Tra i 34 feriti, 14 sono militari italiani, appartenenti al Nono Reggimento Alpini, non in pericolo di vita.

Già nel pomeriggiodi ieri la missione Nato in Kosovo (Kfor) aveva incrementato la propria presenza nelle città del nord del Paese, teatro negli ultimi giorni di una nuova escalation delle tensioni, e si è detta disponibile a intraprendere "tutte le azioni necessarie per garantire la sicurezza nell'area". L'ultima ondata di incidenti è iniziata durante le elezioni di aprile, boicottate dalla comunità serba che vive soprattutto nella parte settentrionale del Kosovo.

"Esortiamo tutte le parti ad astenersi da azioni che potrebbero aumentare le tensioni o causare un'escalation", ha affermato la Kfor, promettendo che lavorerà affinché ci sia "un ambiente sicuro" e "libertà di movimento per tutte le comunità", come da suo mandato. La polizia kosovara ha anche aumentato la propria presenza nella zona nord, dove oggi sono stati registrati nuovi scontri con i manifestanti che hanno costretto gli agenti ad utilizzare i gas lacrimogeni.

Dopo gli scontri il presidente serbo Alexandar Vucic ha accusato il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, di aver volutamente provocato gli scontri fra manifestanti serbi del Kosovo e forze della Kfor. Kurti "è l'unico responsabile", vuole fomentare un conflitto fra i serbi e la Nato, ha detto Vucic in un discorso alla nazione, in cui ha affermato che 52 serbi sono rimasti feriti negli scontri di questo pomeriggio a Zvecan.

Vucic ha detto che la Serbia farà di tutto per preservare la pace. Il presidente serbo ha infine annunciato che al termine del discorso si sarebbe recato al confine per passare la notte con l'esercito che vi è stato dispiegato e monitorare la situazione.

il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha telefonato al Presidente serbo Aleksandr Vucic e al Primo Ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che “ogni violenza e ogni provocazione deve cessare immediatamente". E' quanto riferisce una nota della Farnesina.

Tajani, si legge, "segue con grave allarme gli ultimi sviluppi nel Nord del Kosovo e in particolare gli scontri che hanno coinvolto nel pomeriggio di oggi la Missione della Nato Kfor attaccata dai manifestanti nel comune di Zvecan". Tajani ha telefonato al Presidente serbo Aleksandr Vucic e al Primo Ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che "ogni violenza e ogni provocazione deve cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell’Unione europea. La violenza è inaccettabile. L’Italia vuole contribuire a raggiungere in tempi molto brevi una soluzione sostenibile nel Nord del Kosovo.”

Al Primo Ministro Kurti , Tajani ha sottolineato con fermezza l’assoluta necessità che le autorità kosovare si astengano da ogni avventata azione unilaterale che possa presentarsi come provocazione e pregiudicare in maniera irresponsabile la sicurezza, offrendo altresì i buoni uffici dell’Italia per facilitare il dialogo tra Pristina e Belgrado. Allo stesso tempo ha esortato il Presidente Vucic affinché la Repubblica serba eserciti immediatamente tutta la sua influenza sulle popolazioni coinvolte in questi giorni nei disordini. Tajani ha ribadito a entrambi la disponibilità dell’Italia a essere sempre più presente nei Balcani Occidentali, anche in funzione di ponte tra la regione e il resto dell’Europa.

30 Maggio
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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