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L'elezione diretta del presidente della Repubblica è un errore

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Il leader della Cgil Maurizio Landini non ha dubbi: 'sbagliata elezione diretta, non garantirebbe unità né stabilità'

"In queste ore c’è chi, per rispondere alla crisi di rappresentanza del sistema politico emersa, propone l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Una prospettiva per noi sbagliata: richiederebbe una modifica della Costituzione, non garantirebbe l’unità del Paese e le esperienze in giro per il mondo dimostrano che non dà alcuna stabilità". Così il leader Cgil, Maurizio Landini, dal palco dell'Assemblea organizzativa del sindacato in corso a Rimini.

"Molti osservatori sostengono che il binomio Mattarella-Draghi consentirà una continuità del quadro politico, fino alle elezioni del 2023 al termine della Legislatura. Mi permetto di suggerire molta cautela perché i contraccolpi, prodotti da quanto successo in Parlamento sugli stessi partiti, non sono ancora esauriti", ragiona Landini.

"Il centro destra esce frantumato dalla vicenda ed anche nel campo largo del centro sinistra i problemi non mancano non solo per le fibrillazioni dei 5stelle, ma anche per la rinnovata volontà di dar vita ad un polo di centro. Oltre a questo, le palesi contrarietà emerse alla candidatura di Draghi alla Presidenza della Repubblica, da parte di forze che compongono il Governo, ne indeboliscono l’autorevolezza e la solidità", prosegue. "Voglio dire che sicuramente l’elemento della continuità del quadro politico è un fatto acclarato ma non la certezza della sua stabilità né, tanto meno, la qualità delle riforme ed i contenuti dell’azione di Governo", conclude.

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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