Letta e Salvini, due pallettari del tennis prestati alla politica
Nel weekend continuo botta e risposta su vari temi da parte dei due leader politici, uniti al Governo ma divisi su tutto
Lo sport insegna che il gioco di squadra vince. La politica si spertica in lodi ma non segue i suoi modelli.
Così assistiamo nel calcio all’Italia di Mancini che ha conquistato l’Europeo, poi conoscono questo concetto il Volley femminile e maschile che a distanza di qualche giorno dominano la scena europea, lo sa bene la staffetta 4x100 italiana che ha sorpreso alle Olimpiadi di Tokyo vincendo l’oro.
Però, non lo sa il governo italiano. Prendiamo l’esempio illuminante dello scorso weekend. È quotidiana la schermaglia da scolari indisciplinati e dispettosi tra Enrico Letta, segretario del Pd, e Matteo Salvini, leader della Lega, due partiti uniti dalla pandemia ad amministrare il Paese ma divisi su ogni tema. Se l’esponente del Carroccio ha assunto da tempo il ruolo del populista, il ‘fine’ professore universitario dimostra che prima di tornare in cattedra dovrebbe ancora frequentare i banchi.
In una campagna elettorale per le amministrative ‘a distanza’ Letta non smette di lanciare stoccate a Salvini, sia in materia (sacrosanta) di Green pass sia quando gli chiedono un giudizio su Romano Prodi. Anche se dovessero domandargli qualcosa sulla Kamchatka risponderebbe che Salvini vorrebbe probabilmente annetterla alla Padania, stante informarlo che magari è una battuta. Salvini dal canto suo risponde per le rime: "Sono orgoglioso di quello che fanno le donne e gli uomini al governo del Friuli Venezia Giulia in nome e per conto della Lega... Noi siamo al governo e c'è quel detto: c'è la gazzella in Africa che ogni mattina si alza e sa che deve correre perché viene inseguita da un leone... Io mi alzo ogni mattina e so che ho a che fare con Letta e Conte... Ma corro anch'io perché serve per mettere giù qualche chilo": ecco, botta e risposta.
Però, Letta ribadisce che quello con Salvini "non è un litigio tra comari, ma si tratta di posizioni politiche diverse”, confermando invece che è un diverbio tra comari. Certo, poi, Letta dimostra senso di responsabilità sugli obblighi vaccinali nell’affermazione “sulla collettività che debba pagare i tamponi di chi non vuole vaccinarsi io lo trovo un fatto di cui discutere, sono contrario a questo atteggiamento di strizzare l'occhio a chi non vuole vaccinarsi”, lanciando il j’accuse contro Salvini. Insomma, sembra di assistere, restando in tema sportivo, a una partita di tennis tra due pallettari che si mettono a fondo campo lanciando la palla con l’unico obiettivo di spedirla sulla racchetta dell’avversario. All’infinito.
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