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E alla Ue scoppia la grana del grano ucraino

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Il governo della Bulgaria ha ufficializzato il divieto temporaneo di importare prodotti alimentari dall'Ucraina. La Von der Leyen corre ai ripari

Il governo della Bulgaria ha ufficializzato il divieto temporaneo di importare prodotti alimentari dall'Ucraina, per evitare conseguenze "estremamente gravi per aziende, produttori e agricoltori locali". Lo ha annunciato il primo ministro bulgaro Galab Donev, che ha spiegato che lo scorso anno nel Paese è rimasta una "quantità significativa" di prodotti alimentari ucraini in eccesso, aspetto che ha causato l'interruzione delle catene di produzione locali.

"Siamo costretti ad adottare questa misura provvisoria, poiché le autorità europee stanno ancora valutando una misura definitiva adeguata", ha sottolineato Donev, che ha confermato che i bulgari resteranno comunque "solidali" verso l'Ucraina.

La Bulgaria decide di adottare questa misura dopo che anche la Polonia, la Slovacchia, l'Ungheria e la Romania avevano informato l'Unione Europea della necessità di limitare le importazioni di prodotti agricoli dall'Ucraina, dato che esse hanno provocato un forte calo dei prezzi e dei gravi danni economici. Tuttavia, la Commissione europea ha ricordato ai loro rappresentanti di aver già introdotto alcune restrizioni e che non sostiene questo tipo di misure unilaterali, poiché la politica commerciale è esclusivamente di competenza dell'Ue.

La Commissione Europea "ha reagito immediatamente" ai problemi causati agli agricoltori bulgari, slovacchi, ungheresi, polacchi e rumeni dalle importazioni di cereali ucraini, "fornendo un rapido pacchetto di sostegno finanziario di 36,3 milioni di euro per gli agricoltori più colpiti, che è già in fase di attuazione. Ci stiamo ora preparando a presentare un secondo pacchetto di sostegno finanziario di 100 milioni di euro e un tasso di cofinanziamento del 200%, per gli agricoltori interessati". Lo scrive la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, rispondendo in una lettera ai cinque leader che avevano sollevato la questione: il presidente bulgaro Rumen Radev e i primi ministri Viktor Orban (Ungheria), Mateusz Morawiecki (Polonia), Nicolae Ionel Cuca (Romania), Eduard Heger(Slovacchia).

1 anno fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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