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Linea dura della Ue su Mosca

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Von der Leyen durante la visita a Kiev: 'vieteremo export di certi prodotti Ue se finiscono in Russia'. Altro pacchetto di sanzioni a Putin

La Commissione Europea ha approvato venerdì scorso la proposta dell'"undicesimo pacchetto di sanzioni" contro la Russia per la guerra in Ucraina, che prevede la possibilità di vietare l'esportazione di determinati prodotti verso Paesi terzi, se si vedrà che questi prodotti "finiscono in Russia". Lo ha detto la presidente Ursula von der Leyen in conferenza stampa a Kiev a fianco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Il cuore di questo pacchetto - spiega von der Leyen - è reprimere gli aggiramenti" delle sanzioni in vigore.

"Lo stiamo facendo in stretto coordinamento con i nostri partner internazionali, in particolare del G7. Prima di tutto, stiamo affilando i nostri strumenti esistenti: aggiungiamo altri prodotti al divieto di transito, per esempio prodotti a tecnologia avanzata o parti di aeromobili, che vanno verso Paesi terzi attraverso la Russia, non finiranno più nelle mani del Cremlino. Tuttavia, serviranno azioni ulteriori: abbiamo visto di recente una crescita decisamente inusuale nei flussi commerciali tra l'Ue e alcuni Paesi terzi".

"Queste merci poi - aggiunge - finiscono in Russia. Per questo proponiamo un nuovo strumento, per combattere l'aggiramento delle sanzioni. Se vediamo che quei prodotti vanno dall'Ue verso Paesi terzi e poi finiscono in Russia, potremmo proporre agli Stati membri di sanzionare quelle esportazioni. Questo strumento sarebbe l'extrema ratio e sarà usato con prudenza, dopo una analisi del rischio molto accurata e dopo l'approvazione da parte degli Stati membri. Ma non devono esserci dubbi che lavoriamo contro l'aggiramento delle sanzioni. Inoltre, in questo pacchetto proponiamo di mettere al bando le società schermo (von der Leyen ha parlato di "shadow entities", ndr) di Russia e altri Paesi che stanno aggirando intenzionalmente le nostre sanzioni, in questo undicesimo pacchetto", conclude.

Lo scopo principale di questo pacchetto, che è stato approvato dalla Commissione venerdì scorso ma non è stato annunciato subito come i precedenti, sarà combattere gli aggiramenti delle sanzioni. Von der Leyen ha spiegato che, anzitutto, si allargherà la gamma dei prodotti Ue che non potranno più transitare attraverso la Russia, per arrivare in altri Paesi. La presidente ha aggiunto che si sono osservati aumenti "alquanto insoliti" dei flussi commerciali tra l'Ue e alcuni Paesi extra Ue. C'è il fondato sospetto che parte di questi flussi alimentino le riesportazioni verso la Russia. Pertanto, il pacchetto prevede la possibilità di vietare determinate esportazioni verso certi Paesi, per evitare che alcune merci "finiscano in Russia": si tratta di una "extrema ratio" che verrebbe usata solo in caso di bisogno, con "estrema prudenza" e dopo l'ok degli Stati membri. In più, von der Leyen ha detto che verranno colpite delle "shadow entities", società schermo, che aggirano "scientemente" le sanzioni Ue. Fonti diplomatiche Ue hanno confermato ieri che il pacchetto contiene diverse compagnie cinesi, nonché di Turchia, Emirati Arabi Uniti e di Paesi dell'Asia Centrale e del Caucaso. Oggi il capogruppo del Ppe, il bavarese Manfred Weber, ha pubblicamente appoggiato la linea scelta dalla Commissione, ricordando che l'Ue considera una linea rossa da non oltrepassare la fornitura di armi alla Russia, anche per la Cina. Da Pechino un portavoce del Ministero degli Esteri cinese ha già ammonito l'Ue a non prendere questa "strada sbagliata". Ora il pacchetto sarà negoziato dagli Stati membri: domani dovrebbe approdare sul tavolo degli ambasciatori riuniti nel Coreper. 

Intanto oggi il Parlamento Europeo ha votato a maggioranza la procedura accelerata per il regolamento Asap, proposto dalla Commissione per finanziare con 500 mln di euro l'aumento della capacità produttiva delle industrie europee nel settore della difesa. Il regolamento verrà votato nella miniplenaria di fine maggio a Bruxelles. I Cinquestelle si sono smarcati, votando contro la procedura d'urgenza, insieme a pochi altri italiani, tra cui l'S&D Massimiliano Smeriglio; gli eurodeputati del Pd hanno votato a favore, precisando però di essere contrari all'utilizzo di fondi del Pnrr per aumentare la capacità produttiva delle industrie della difesa.

Asap fa parte di un piano della Commissione articolato su tre binari, per aumentare le forniture di armi all'Ucraina. Il primo, finanziato con un miliardo di euro e già operativo, prevede il rimborso agli Stati membri degli armamenti in magazzino e degli ordinativi in corso reindirizzati a Kiev. Il secondo binario, finanziato con un altro miliardo di euro, prevede l'acquisto congiunto di munizioni e armamenti da inviare a Kiev da parte degli Stati membri.

Questi due primi binari sono finanziati dalla European Peace Facility, uno strumento fuori dal bilancio Ue, perché i trattati vietano il finanziamento degli acquisti di armi con fondi comunitari. Per Asap, come ha confermato il commissario al Mercato Interno Thierry Breton, i Paesi che lo vorranno potranno usare anche fondi Ue, perché aumentare la capacità produttiva è cosa diversa dall'acquisto diretto di armamenti. Gli eurodeputati hanno inoltre votato a favore della proroga per un anno delle esenzioni dai dazi per le esportazioni ucraine in Ue: ora tocca al Consiglio confermarla.

10 Maggio
Autore
Claudio Mascagni

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