Niente decreti, il lascito sono i libri. Parola di ministro
In libreria le riflessioni intime dei ministri Speranza e Di Maio e degli ex Azzolina e Spadafora
In Italia ognuno può ambire allo scranno di un ministro. Un’esperienza unica che, inevitabilmente secondo lo schema italiota, deve essere tramandato ai posteri in un libro, poi a uso e consumo da far trovare sotto l’albero quando non sai che regalare. Così oltre le riflessioni da Nostradamus dell’immarcescibile libro di Bruno Vespa, stavolta per il presente dell’ultimo momento si sono candidati una impressionante sequela di (ex) ministri. Quindi, in libreria potrete trovare il libro dal funesto titolo ‘Perché guariremo’ di Roberto Speranza ribattezzato ‘er Cassandra’, ‘Un amore chiamato politica’ di Luigi ‘uno su mille ce la fa’ Di Maio, poi gli intimistici ‘La vita insegna’ di Lucia Azzolina e ‘Senza riserve’ di Vincenzo Spadafora. Sì, si può essere scrittori per una sola stagione, perché ognuno alla fine ha sempre qualcosa di interessante da dire. Così come si può diventare ministri della Repubblica per una sola stagione. Lecito chiedersi se i quattro verranno ricordati come scrittori o come ministri.
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