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Ribaltato il processo mediatico: evviva il modello Riace

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incredibile la vicenda di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace condannato per malversazione nei confronti dei migranti

"Finalmente è arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria per Mimmo Lucano nell’ambito del processo Xenia. A fronte della richiesta di condanna, con una pena pesantissima di oltre dieci anni di carcere, i giudici hanno inflitto una condanna a solo un anno e sei mesi con pena sospesa con la condizionale. Questa sentenza ribalta completamente il processo mediatico e politico che ha trascinato in incubo giudiziario Mimmo Lucano, rovinando la sua vita e infangando pesantemente la comunità di Riace e il modello di accoglienza che lo aveva contraddistinto a livello europeo". Lo sottolinea Arci dopo il ribaltone giudiziario che ha vistoi protagonista il sindaco Mimmo Lucano per il modello Riace, da eccellenza per accoglienza ai migranti a inferno mediatico, accusatorio e processuale.

"L’intero centro destra si era prodigato negli anni nell’indicare Mimmo Lucano come esempio negativo, dando il via dai banchi del governo ad una inchiesta costruita e ad un processo mediatico che vedeva in particolare nel ministro Salvini il giudice censore - continua - La sentenza di oggi rigetta la maggior parte delle accuse riconoscendo il processo come assolutamente infondato. In un paese normale il governo in carica dovrebbe chiedere scusa a questo cittadino e alla comunità di Riace per quello che hanno dovuto subire".

"Ma noi non siamo un paese normale e dunque, sappiamo, non succederà - conclude - Mimmo Lucano non è stato mai solo: abbiamo sempre saputo e avuto certezza della sua integrità e della sua dedizione per la sua comunità e per i più deboli e per questo che in questi terribili anni, lo abbiamo accompagnato continuando a credere nel valore dell’umanità, prima di ogni altra cosa. Grazie Mimmo, avanti insieme!".

"Mimmo Lucano è stato insultato, infamato, è stato oggetto della più becera propaganda. Contro di lui una crociata politica solo perché aveva impiantato nel suo comune un modello di accoglienza. Per i giustizialisti c’era tanto altro. Dopo sei anni è stata oggi ripristinata la verità". Lo scrive su X Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva.

"Stravolto il quadro accusatorio, che chiedeva la conferma dei 13 anni di primo grado - scrive ancora -. Mimmo, che ha amministrato Riace in maniera onesta, ha visto le accuse contro di lui sgretolarsi come un castello di sabbia e la condanna è stata ridotta in appello a un anno e mezzo, con pena sospesa. Capi di imputazione come associazione a delinquere e peculato, frode, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e truffa caduti come birilli. Mimmo non ha tratto benefici per il suo conto corrente, e oggi è stata stabilita la verità". "Nessuno ripagherà quest’uomo dalla sofferenza ma per lui si chiude un capitolo. Mai così bella appare la parola fine", conclude Faraone.

“Associazione a delinquere, abuso d'ufficio e tanti altri reati per cui era stato condannato in primo grado: non c’era nulla di vero. Mimmo Lucano è stato assolto in secondo grado in una sentenza che ha smontato tutte le accuse più gravi mosse contro di lui. L’ennesimo caso di malagiustizia che ha travolto una persona innocente. Resta il peso di questi anni, le offese, la gogna, l’umiliazione subita e che nessuna sentenza potrà risarcire. Sono molto contento per Mimmo Lucano, che ha sempre lavorato per una accoglienza più umana, rispettosa dei diritti umani e degna di un paese civile”. Lo afferma Riccardo Magi, segretario di +Europa.

 

12 Ottobre
Autore
Claudio Mascagni

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