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Maignan, il razzismo e l'omertà per l'omissione di soccorso

Maignan, il portiere del Milan para il rigore di Salah

Il portiere del Milan denuncia i tifosi dell'Udinese, la Figc e la Lega corrono a punire ma si dimentica la rieducazione per chi sbaglia

Probabilmente sul razzismo negli stadi siamo arrivati a un punto critico. Quindi, a un punto di svolta. Il portiere del Milan, Mike Maignan, bersagliato da suoni gutturali e scimmieschi da parte di alcuni tifosi dell'Udinese, s'è prima offeso poi s'è incazzato di brutto e ha fatto sospendere la partita. Maignan ha strepitato ed ha tutte le ragioni del mondo, perché è lui che hanno colpito e l'offesa è prima di tutto personale, da subito però ne ha fatto una battaglia di civiltà, l'ha allargata al concetto di omertà e complicità attraverso il "se vedi e ascolti ma non ti intervieni sei correo", così a gran voce, con il sostegno dei media, ha chiamato in causa anche Lega e Figc. Ed è scattata subito la ricerca dei colpevoli, anche da parte del club friulano, che si è trovato sul banco degli imputati per 5 imbecilli. 

Sarebbe bello ed equilibrato che quella complicità di cui parla Maignan fosse estesa anche a chi, quando nelle strade viene violentata una donna o preso a calci un barbone, si volta dall'altra parte, o peggio riprende le scene col telefonino. Che poi si chiama omissione di soccorso. Ma questo pare essere un altro discorso. 

Altra piccola riflessione. L'imbecille razzista che è stato pizzicato dalle telecamere a insultare Maignan ha ricevuto il Daspo da parte della Figc per 5 anni, quindi non potrà assistere a manifestazioni sportive negli stadi per un lustro, mentre l'Udinese è andata oltre: allontanamento a vita dalle proprie competizioni. Io resto del parere che la pena deve essere volta al recupero, non ad affossare un essere umano che, abiettamente, ha sbagliato. La punizione deve cambiare le persone che commettono errori, non affossarle, ghettizzarle e allontanarle da un eventuale riscatto, altrimenti la rabbia, la frustrazione e l'odio, quindi la conseguente violenza, sarebbero le uniche ragioni della loro vita. Prendiamo questi soggetti, educhiamoli e trasformiamoli in testimonial del contrasto al razzismo, all'imbecillità, alla violenza. Altrimenti, considerato che negli stadi continueranno gli insulti ai giocatori di etnia slava o alle squadre del Sud, sarà come nascondere la polvere sotto un tappeto pregiato. 

23 Gennaio
Autore
Gian Luca Campagna

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