Primo compleanno senza Maradona
L’iniziativa del Napoli e le parole di Ceci
Oggi Diego Armando Maradona, idolo di Napoli e della sua Argentina avrebbe compiuto 61 anni se non fosse per il tragico evento che lo ha colpito lo scorso 25 novembre, lasciando orfano il calcio di uno dei più grandi campioni della storia, se non il più grande.
A Napoli in particolare, nelle città e nelle strade dove il ricordo di Diego vive ancora e lo farà per sempre.
Negli occhi delle persone più grandi che lo hanno visto calciare in quello che allora era il San Paolo e oggi prende il suo nome, lo stadio Diego Armando Maradona. Un nome, la “mano di Dio”, che oggi è diventato anche il titolo di un film di successo, “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, nel quale il regista ricorda di come Maradona gli abbia salvato la vita. E poi nelle immagini dei più giovani che si sono alimentate dalle prodezze dell’argentino raccontate dagli avi.
È con un tweet sulla propria pagina che il Napoli ha voluto celebrare il compleanno del campione argentino: “La storia ti ricorda in eterno. Scolpita nei nostri cuori”.
Un’altra testimonianza interessante è quella che ha dato il suo amico Stefano Ceci, il quale ha confessato in un’intervista toccante nella quale indaga anche i rapporti con la famiglia: “Gli hanno fatto cambiare quattro case soltanto nell’ultimo anno, le signore figlie, per poi mandarlo a morire nell’ultima giungla. Quando lo vidi per l’ultima volta, Diego era nel ritiro dei Gimnasia, la squadra che allenava. Aveva giocato a pallone ma non c’era acqua per lavarsi: lo aiutammo io e Christian Jorgensen, il suo assistente. Scaldammo l’acqua sul gas della cucina, non c’era nemmeno lo shampoo. Ecco come viveva Diego. Quando sento dire “ma come è morto?” io rispondo: non è morto così, è vissuto così solo come un cane. Ha avuto tutto e non ha avuto niente”.
Parole che fanno rabbrividire ma che ci danno anche l’altra faccia della medaglia di un campione assoluto quale è stato Diego.
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