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Stanchezza da Covid ma resti la mascherina

mascherine

In estate verrà tolta ma ci vuole cautela anche se in tutta la popolazione mondiale si avverte la percezione della sua inutilità

"E' evidente che ci sono migliaia di casi Covid sommersi, non diagnosticati e che non sono registrati nel bollettino quotidiano ufficiale. C'è una circolazione molto più ampia rispetto al report. Non credo sia un problema solo italiano ma anche di altri Paesi. E' probabile che dietro questo fenomeno ci sia una stanchezza generale rispetto alla pandemia e la percezione dell'inutilità, oggi, di una diagnosi certa, e poi anche la diffusione dei test di autodiagnosi. E' passato il messaggio che il Sars-CoV-2 è diventata una influenza e quindi non serve verificare se si è positivi o meno". Lo spiega Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), intervendo su quanto affermato in tweet dal virologo Massimo Galli rispetto al numero ancora alto di decessi in Italia, "da noi i casi reali che non vengono 'contati' sono moltissimi, troppi".

Sul nesso tra il numero di decessi e un iceberg di casi di cui vediamo solo la punta, Andreoni aggiunge: "Nella prima fase della pandemia facevamo pochi tamponi e solo ai sintomatici, quindi andavamo a vedere solo la parte fuori dall'iceberg. Oggi, stiamo tornando a fare pochi test, ma perché le persone o non si tamponano o fanno l'autoanalisi e rimangono a casa".

"La mascherina al chiuso è utile ma non è la panacea. E' chiaro però che non possiamo togliere l'obbligo proprio ora con questa grande circolazione del virus. Stiamo commettendo una grave errore a fare proclami ogni giorno dando date o indicazioni che poi cozzano con l'evoluzione della situazione epidemiologica di cui non possiamo fare previsione certe". Così Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interviene dopo le parole del ministro della Salute Roberto Speranza che ha ricordato come "la circolazione del virus è ancora significativa e serve usare mascherina", rimandando lo stop all'obbligo al chiuso ipotizzato per maggio.

Secondo Andreoni: "E' auspicale che il virus circoli meno nei prossimi mesi caldi ma da qui ad avere un data certa per dire che toglieremo le mascherina al chiuso ce ne passa". Fine maggio o primi giugno? "Possibile, visto quello che è accaduto nei due anni passati", conclude.

2 anni fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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