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Quel tesoro inestimabile dei giovani, parola di presidente

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Nel discorso finale il presidente Sergio Mattarella ha sottolineato l'importanza nella società dei giovani leggendo la lettera di Pietro Carmina

È necessario e importante guardare alle "transizioni ecologica e digitale" che "sono necessità ineludibili, e possono diventare anche un’occasione per migliorare il nostro modello sociale". Elencando ostacoli da superare e traguardi da raggiungere a Mattarella "torna alla mente lo sguardo di tanti giovani" incontrati "in questi anni. Giovani che si impegnano nel volontariato, che si distinguono negli studi, che amano il proprio lavoro, che –come è necessario- si impegnano nella vita delle istituzioni, che vogliono apprendere e conoscere, che emergono nello sport, che hanno patito a causa di condizioni difficili e che risalgono la china imboccando una strada nuova".

"I giovani sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani. Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società".

"Con rispetto" e anche per sottolineare "la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo", Mattarella cita "la commovente lettera del professor Pietro Carmina, vittima del recente, drammatico crollo di Ravanusa", scritta ai suoi studenti andando in pensione due anni fa, con la quale, tra l'altro, li invitava a non essere "spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente".

E solo di presente e di passato politico parla Mattarella, senza alcun accenno al futuro, meno che mai all'elezione del suo successore. Ancora una volta il Capo dello Stato ribadisce che la sua principale preoccupazione, come quella di ogni Presidente, è stata quella di "salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che -esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato- deve trasmettere integri al suo successore. "Non tocca a me dire se e quanto sia riuscito ad adempiere a questo dovere. Quel che desidero dirvi è che mi sono adoperato, in ogni circostanza, per svolgere il mio compito nel rispetto rigoroso del dettato costituzionale".

Lo ha fatto ad esempio quando è stato chiamato a gestire quattro crisi di governo, che in alcuni momenti sembravano poter sfociare in uno scioglimento anticipato delle Camere, ma "la governabilità che le istituzioni hanno contribuito a realizzare ha permesso al Paese, soprattutto in alcuni passaggi particolarmente difficili e impegnativi, di evitare pericolosi salti nel buio".

Anche per questo Mattarella sente "di dover esprimere riconoscenza per la leale collaborazione con le altre istituzioni della Repubblica. Innanzitutto con il Parlamento, che esprime la sovranità popolare. Nello stesso modo rivolgo un pensiero riconoscente ai presidenti del Consiglio e ai Governi che si sono succeduti in questi anni".

Infine dal Capo dello Stato "un augurio affettuoso e un ringraziamento sincero a Papa Francesco per la forza del suo magistero, e per l’amore che esprime all’Italia e all’Europa, sottolineando come questo Continente possa svolgere un’importante funzione di pace, di equilibrio, di difesa dei diritti umani nel mondo che cambia". 

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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