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La Meloni lancia l'aut aut a Salvini e Cav

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La leader di FdI avverte Lega-Fi: 'finiamola con l'asilo, ditemi se siamo nello stesso campo'

''Il mio obiettivo è rappresentare il campo del centrodestra con orgoglio e senza alcuna sudditanza rispetto alla cultura della sinistra. Spero" che Lega e Fi l''vogliano costruire questo campo con me: se lo vogliono fare, allora bisogna semplicemente darsi delle regole...''. Alla seconda giornata della Conferenza programmatica di Fdi, Giorgia Meloni sfoggia ancora un doppiopetto (stavolta è bianco) quasi a ribadire anche nel look la sua volontà di correre per palazzo Chigi al 2023 e si fa sentire per ribadire ai suoi alleati che è il momento di chiarire se si va tutti nella stessa direzione oppure no.

Il perimetro, ripete, è quello del centrodestra, ma vuol capire se questo vale anche per Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. L'Italia si trova ''in mezzo alla bufera avverte l'ex ministro della Gioventù- e le bufere non si affrontano dicendo 'io sono più bravo di te', quello si fa all'asilo...''. E ancora: ''L'importante è che ci sia qualcuno che voli alto rispetto alle beghe quotidiane...". Parole che suonano come un rimbrotto ai partner della coalizione. Sulla kermesse 'incombe' il vertice dei leader, invocato da Fdi, annunciato dal Carroccio e dal Cav, ma ancora non convocato, al punto da diventare un vero e proprio giallo-tormentone. Tant'è che Meloni perde la pazienza e bacchetta la stampa che l'assilla di domande: ''Io non voglio fare il vostro lavoro, ma ci sono questioni più interessanti. Alla gente poi non frega niente quando si vedono Salvini e Meloni...".

Dopo il rimprovero ribadisce la sua ''completa disponibilità al confronto'' e rivela: ''Non chiedete a me quando si terrà un incontro, io avevo parlato con Berlusconi mi pare domenica scorsa ed eravamo rimasti che ci saremmo visti martedì...''. Infine, la presidente di Fdi mette un punto: ''Salvini alla Conferenza? Non lo so, non l'ho sentito, se passa per un saluto siamo contenti, sarebbe anche carino, figuriamoci...''. Anche oggi Meloni si dice non interessata alla leadership del centrodestra: ''non mi interessa il tema 'io sono il capo, io sono il più bravo'. A me piacerebbe parlare delle risposte da dare al Paese, delle cose da fare ma lo so che questo non fa titolo sui giornali... A me interessa dimostrare che c'è un partito, Fdi, saldamente ancorato nel centrodestra, che in questo momento di grande difficoltà nazionale e internazionale, ha delle risposte alla gente''.

In piena kermesse arriva anche la notizia dell'accordo vicino sul candidato sindaco di Palermo con la 'virata' di Fi e Lega su Roberto Lagalla, nome sostenuto anche da Meloni. Una novità positiva, ma i 'meloniani' vogliono portare a casa il pacchetto completo: l'unità sull'ex rettore e la riconferma di Nello Musumeci alla presidenza della Sicilia. In una intervista al Tg1 Meloni parla da candidato premier e indica la sua strategia per battere le sinistre: ''Su quale terreno battere i progressisti? Sul campo della realtà, i progressisti in questi anni ci hanno raccontato un mondo che non esisteva, una globalizzazione senza regole che ci ha reso molto più deboli. Noi vogliamo tornare al realismo e al buon senso. Non sono le utopie che governano ma i fatti reali delle persone".

E ancora: ''Il campo dei conservatori può tranquillamente rappresentare la maggioranza e oltre, degli italiani". Poi, replicando a chi le chiedeva quale è una cosa che farebbe subito appena insediata al governo, assicura: "Ne ho elencate molte: più assumi meno paghi, una tassazione sulle imprese commisurata alla quantità di manodopera in rapporto al fatturato". Inoltre, "detasserei la parte di pensioni che gli anziani dedicano al sostentamento dei loro figli e nipoti, farei un ministero del Mare per utilizzare questa grande risorsa naturale che abbiamo e magari anche un liceo del Made in italy per dare eccellenza e manodopera al nostro" fatto in Italia.

Meloni poi spiega he guardando indietro, non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe salita su un palco come quello del Mico di Milano per lanciare la sfida per il governo del Paese: "Assolutamente no. Mi sono iscritta al movimento giovanile che al tempo ha raccolto meno del 5% dei consensi, poi ne hanno rifondato uno che alle prime elezioni politiche ha preso lo 0,95%. Però questo dimostra anche che la perseveranza, la serietà, la dedizione e la concretezza possono fare miracoli: non devi avere paura del recinto che gli altri hanno costruito per te".

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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