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Fiamme, partigiani, Meloni e il caso Scurati

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Attorno alla censura del monologo dello scrittore intervengono l'Anpi, Matteo Renzi e Foti di FdI

Con l'approsimarsi del 25 aprile monta sempre più il caso Scurati, dopo la censura Rai. “C’è un pezzo significativo di questo governo che non riconosce il 25 aprile. Immaginano l’antifascismo relegato agli anni 70, ma ha radici molto più antiche”. Lo ha detto il presidente di Anpi Milano, Primo Minelli, presentando in conferenza stampa la manifestazione nazionale per la festa della Liberazione in programma giovedì. “Lollobrigida dice che l’antifascismo è violenza. Sì e si chiama Matteotti, Gramsci, Fratelli Rosselli e don Minzoni. Si chiama tutte le violenze che il fascismo ha prodotto nella sua storia”, ha detto Minelli, replicando a distanza alle dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura. “La parola ‘antifascismo’ non la ascoltiamo dalla bocca di autorevoli ministri”. A chi gli faceva notare che nemmeno il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si dice antifascista, il presidente di Anpi ha risposto con una battuta: “Non la posso torturare”. “Qualcuno dice che il 25 aprile è la festa della libertà, ci mancherebbe altro, ma la libertà non ci sarebbe senza la lotta per la liberazione. Bisognerebbe che il ministro (Lollobrigida, ndr) si ricordasse anche di queste cose”, ha esortato Minelli. “Bisognerebbe - ha proseguito - che qualcuno spiegasse agli italiani il significato di quella fiamma che c’è dentro un simbolo di partito. Bisognerebbe che per onestà intellettuale si spiegasse agli italiani cosa significa quella roba lì”, ovvero - ha chiarito poi ai giornalisti - “il simbolo della fiamma che arde sulla tomba di Mussolini”.

 "Mentre il mondo brucia la Meloni si occupa di Rai. E lo fa con modi talmente goffi da aver fatto un regalo a quelli che voleva far tacere. Il monologo di Scurati sull’antifascismo doveva essere visto da un milione di persone. Grazie al geniale autogol della squadra di Giorgia Meloni lo hanno visto in trenta milioni. In Rai non c’è il fascismo alle porte ma c’è tanta mediocrità che è già entrata in casa: sono semplicemente incapaci e ridicoli". Lo scrive Matteo Renzi nella sua ultima enews.

"Intervenga la vigilanza e vediamo chi ha fatto il furbo". Lo dice Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, al Corriere della sera sul caso Scurati. "Ma quale censura, è un caso montato ad arte. Non si è obbligati ad avere un cachet, a meno che la Resistenza non sia un modo per fare fattura", spiega.

Per Foti, "si vuol far passare l’idea che sia stato Palazzo Chigi a non volere Scurati. Forse chi lo dice era abituato a fare così. Ma non vedo la ragione per censurare quell’opinione", dice ancora Foti. Scurati vi accusa di violenza e di avergli dipinto un bersaglio sul volto. "È l’opposto. Il suo chiamare in causa Meloni alla vigilia del 25 aprile, con accuse pesantissime, la mette in un pericoloso mirino", replica Foti.

22 Aprile
Autore
Claudio Mascagni

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