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Il centrodestra polemizza con Michetti per le sue dimissioni

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Lega e FdI sorpresi dalla rinuncia del 'tribuno' che si era candidato a Roma, venendo poi sconfitto dal sindaco Gualtieri. Commenti contrastanti

''Mia priorità formazione funzionari pubblici, così offrirò contributo civico superiore rispetto a ruolo consigliere opposizione. La mia decisione di dimettermi dalla carica di consigliere comunale nasce dalla sempre più pressante consapevolezza dell’importanza di continuare ad assicurare in via prioritaria - nell’attuale contesto storico politico ed economico amministrativo - la formazione, l’aggiornamento e l’assistenza ad amministratori e funzionari pubblici. Un ambito a cui dedicherò il massimo impegno per proseguire il percorso di valorizzazione delle risorse umane della Pubblica Amministrazione”.

Con questo comunicato Enrico Michetti, ex candidato sindaco del centrodestra a Roma, sconfitto al ballottaggio da Roberto Gualtieri, lascia il suo incarico al Campidoglio. “In tal modo - spiega - anche nella qualità di Presidente della Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, potrò continuare ad offrire un contributo civico alla buona amministrazione, indubbiamente superiore rispetto a quanto potrei garantire ove assumessi il ruolo politico di consigliere di opposizione. Nel ringraziare infinitamente tutti coloro che mi hanno sostenuto resterò, con pieno senso di responsabilità, sempre e comunque a disposizione di Roma Capitale per quelle che sono le mie specifiche competenze e senza che ciò comporti alcuna spesa a carico delle casse comunali”, conclude Michetti.

Una decisione che ha mandato in bestia tutto il centrodestra, sorpreso da questa decisione. 

 

'Nessuna comunicazione a chi l'ha sostenuto' - 'Riflettere con più attenzione sulle scelte future'
“Apprendo dalle agenzie di stampa che Enrico Michetti, già candidato a sindaco di Roma della coalizione di centrodestra nella Capitale, avrebbe deciso di non svolgere il suo incarico di consigliere comunale di opposizione. Nessuna notizia è stata data ai partiti che l'hanno lealmente sostenuto. È una decisione che ci sorprende e che francamente non ci pare rispettosa degli elettori e delle forze politiche che gli sono state accanto, superando, in nome della lealtà, alcune opinioni che l'esito elettorale ha confermato. Il fatto che poi questa decisione la si debba apprendere leggendo le agenzie è davvero singolare. Ragione in più per riflettere con più attenzione sulle scelte che si dovranno fare in futuro. Che non dovranno essere improvvisate e dovranno essere ben più tempestive e meditate” dichiara il senatore Maurizio Gasparri commissario romano di Forza Italia. 

 

"Le dimissioni di Enrico Michetti lasciano senza parole. Ho conosciuto Enrico in campagna elettorale e mai avrei pensato che arrivasse a questa decisione. Dopo averlo lealmente sostenuto come Sindaco del centrodestra sono molto dispiaciuta di questa notizia che per altro abbiamo appreso solo dagli organi di stampa. Scelta politica che pesa. Non si può essere credibili se dopo aver perso una battaglia ci si ritira" è quanto dichiara Barbara Saltamartini, deputata della Lega.

 

"Michetti si è dimesso da consigliere e non farà opposizione a Gualtieri. È stato imposto alla coalizione e nonostante tutto lo abbiamo difeso e sostenuto lealmente per il bene del popolo del centrodestra. Matteo Salvini si è speso per Michetti in ogni angolo della città come se fosse un candidato scelto dalla Lega e non ci aspettavamo che potesse lasciare così maldestramente un popolo che lo ha sostenuto con affetto, stima e simpatia" così su Facebook Fabrizio Santori, consigliere comunale di Roma per la Lega Salvini Premier.

"Le dimissioni di Michetti rimangono un fatto antidemocratico che non fece Giorgia Meloni negli ultimi 5 anni rimanendo nel consiglio comunale di Roma onorando la sua candidatura a Sindaco. Dal pasticcio Parisi-Pirozzi per le regionali del 2018 fino alla scelta tardiva di Michetti il tema vero non è se e quando lasciare in caso di sconfitta ma se e quando il centrodestra sarà in grado di vincere scegliendo i migliori candidati e mettendo da parte i singoli interessi di partiti e correnti" conclude.

"Apprendo delle dimissioni di Enrico Michetti dalla carica di consigliere comunale, decisione che mi risulta personale e non concordata con alcuno, tanto meno con me -come si va raccontando- o con la Federazione romana di Fdi, artefici di una battaglia senza risparmio in suo sostegno. Se mi avesse richiesto un parere avrei dichiarato l’inopportunità di tale scelta e il danno che si sarebbe arrecato alla credibilità dell’intera coalizione" ha detto Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera.

"Michetti -aggiunge- è stato scelto anche per le sue storiche battaglie sociali, di opposizione a Raggi, Conte e Zingaretti fatte attraverso i microfoni di Radio Radio, emittente romana d’assalto. Non solo dunque per le sue competenze amministrative. Era per questo conosciuto al pubblico romano, per le sue sferzate al potere, lo stare dalla parte dei cittadini, non certo per le consulenze nei piccoli Comuni del reatino o per le sue lezioni universitarie a Cassino, in provincia di Frosinone. Avrebbe pertanto svolto benissimo il suo ruolo di oppositore, da vero ‘tribuno del popolo’".

Di opinione diversa invece il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari: “Enrico Michetti è stato scelto dal centrodestra come candidato sindaco di Roma per la sua competenza in campo amministrativo. Michetti ha accettato nella speranza di mettere la sua esperienza al servizio dei romani e per dare una buona amministrazione alla Capitale, non certo per assicurarsi una poltrona al Campidoglio anche in caso di sconfitta. Le sue dimissioni gli fanno onore e sono una lezione di stile ai poltronai di professione. Proprio quelli che oggi lo attaccano”. 

La pensa come Fazzolari anche Giancarlo Righini consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia: "Si è reso disponibile con grande spirito di servizio ad assumere la carica di sindaco, ma gli elettori non gli hanno affidato il mandato. Non essendosi candidato consigliere comunale, giustamente non ritiene di dover sedere in Assemblea Capitolina e, in perfetta sintonia con il suo profilo di candidato civico, sceglie di ritornare ad esercitare la sua professione. Mi sento di dire grazie ad Enrico Michetti per l’impegno che ha messo in questa aspra campagna elettorale, auspico che possa in prospettiva contribuire con le sue competenze ad una politica delle buone pratiche nell’interesse della cittadinanza. Il seggio in Aula Giulio Cesare andrà a Federico Rocca, già consigliere comunale, la sua preparazione politica e amministrativa e la sua esperienza di Enti Locali, sono garanzia di grande apporto alla compagine capitolina di Fdi". 

"Enrico Michetti da candidato civico si è messo a disposizione per interpretare un ruolo che i cittadini con il loro consenso non gli hanno dato la possibilità di svolgere. La scelta di tornare a esercitare la sua attività professionale a tempo pieno e di assistere migliaia di amministratori, rinunciando ad una poltrona, è un indubbio segno di coerenza e serietà che in pochi hanno saputo dimostrare. Voglio ringraziare Enrico Michetti per il tempo dedicato a questa impresa e per ciò che potrà fare in futuro per la buona politica al servizio dei cittadini. Il suo scranno non resterà scoperto ma verrà sostituito in Assemblea Capitolina da Federico Rocca, già consigliere comunale di esperienza, che potrà contribuire al meglio, dall’opposizione, al bene di Roma Capitale" ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

E ancora su questa linea Francesco Giro, "che Michetti abbia deciso di dimettersi non mi sorprende ed è assolutamente legittimo. Enrico, come Carlo Calenda, erano candidati a sindaco in rappresentanza di una coalizione e non nelle liste di un particolare partito e hanno perso la loro sfida. I romani hanno scelto Gualtieri. Quindi politicamente, e aggiungerei anche sotto il profilo istituzionale, ci sta. Non ho compreso infatti la polemica su Calenda che invece ha fatto bene a lasciare il suo scranno da consigliere ad un giovane promettente, così come Enrico ha fatto per il bravo consigliere di Fratelli d'Italia, Federico Rocca. Naturalmente sia Michetti che Calenda, forti del loro consenso popolare, daranno un importante contributo all’amministrazione di una Capitale che ora ha bisogno di una fase di concretezza e collaborazione" ha detto in una nota il senatore azzurro Francesco Giro, con doppia tessera FI-Lega.

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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