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L'India sarà la nuova Cina. Anche coi diritti calpestati

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Il viaggio della premier Meloni che oggi sarà ricevuta dal leader Narendra Modi per nuove sinergie tra i due Paesi

L'India ha "tutti i presupposti" dal punto di vista demografico e della crescita economica per diventare la 'nuova Cina', anzi "ha un potenziale ancora più grande". E questo nonostante la "deriva autoritaria", diventata ormai "certezza", che il Paese ha intrapreso sotto la guida del primo ministro, Narendra Modi. Lo afferma Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali (Iai), in vista dell'arrivo della premier Giorgia Meloni oggi a Nuova Delhi.

Visita che, spiega Tocci, si colloca all'interno di "un discorso più ampio" avviato al G20 di Bali dal governo Meloni, "in continuità con il precedente di Draghi", ed incentrato su una crescita dell'interesse verso quello che "impropriamente viene definito sud globale". La guerra in Ucraina, precisa l'analista in partenza per l'India perché invitata come speaker ai 'Raisina Dialogue', ci ha fatto comprendere che "serve un ingaggio maggiore" con le "potenze non occidentali". Nello specifico il governo Meloni, nel solco di una visione propria dei governi di destra, "intende la politica estera come politica commerciale", prosegue la direttrice dello Iai, evidenziando come l'India, in quanto "potenza in ascesa" venga vista attraverso "la lente economica".

Secondo la stampa indiana, durante la visita di Meloni, che sarà accompagnata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, dovrebbe essere annunciata la firma di un memorandum d'intesa sulla difesa. "Attraverso la difesa si apre tutto il comparto tecnologico", dichiara Tocci, secondo cui la difesa può fare da "apripista" per un discorso più ampio che coinvolga altri settori.

Sul piano interno, rimarca l'analista, la "deriva autoritaria" dell'India di Modi preoccupa e non poco. Con tutte le sue "illiberalità", il gigante asiatico "non è più la democrazia" di anni fa ed è "drammatico" che anche l'eredità culturale gandhiana venga "sempre più messa in discussione". L'Occidente vuole tirare l'India dalla sua parte e nell'ottica della "contrapposizione" tra Nuova Delhi e Pechino "sta chiudendo tutti e due gli occhi" davanti a quello che accade.

Proprio la competizione tra i due giganti dell'Asia è oggetto di analisi di Tocci, con un rimando ai tempi della Guerra Fredda. Rispetto a quel periodo, nota, è "venuto meno il collante ideologico" tra i Paesi cosiddetti 'non-allineati', che invece sono sempre più guidati da un "opportunismo sfrenato" e l'India per certi versi ne è un esempio: si schiera con l'Occidente nel condannare la Russia e allo stesso tempo compra tutto il petrolio russo a prezzi irrisori. "E' una potenza media che ambisce ad essere grande e che si comporta in maniera opportunistica", scandisce.

Sui rapporti con la Russia, infine, Tocci invita a separare le idee del governo indiano da quelle dell'opinione pubblica, dove c'è ancora "un attaccamento, una certa simpatia" verso gli ideali dell'Unione Sovietica. "Una lettura interessante è che la Russia proprio perché è percepita molto più debole del passato non è considerata più come una minaccia - conclude - In parte è una forma di indifferenza".

1 anno fa
Autore
Giada Giacomellli

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