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Juve-Roma è la sfida dello “Special One”

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Juve-Roma è la sfida dello “Special One”: grande attesa allo Stadium per il portoghese e per la sua Roma

Una storia lunga e fatta di infiniti colpi di scena è la storia che lega José Mourinho alla Juventus. Quel sottile filo rosso che ha tessuto le vite, i successi e i gesti storici che ha accompagnato le due compagini. L’allenatore portoghese torna domani all’Allianz Stadium per sfidare i “nemici” di sempre della Juve. È questo che emerge da alcune sue dichiarazioni passate: “La Juventus è quella squadra che non potrò mai allenare dopo essere stato sulla panchina dell’Inter”. Parole che sanno certo d’amore verso i colori nerazzurri di cui Mourinho ha rappresentato il vertice nel biennio 2009-2010, ma anche di rivalità vera calcisticamente parlando.

Tutto confermato dal gesto con il quale lo Special One salutò lo Stadium e i tifosi bianconeri al fischio finale della partita di Champions tra Juve e Manchester United. Era il 7 novembre 2018 quando, dopo aver sconfitto i rivali bianconeri per 2 a 1, Mourinho attraversò il prato verde dello Stadium alzando la mano verso l’orecchio come per dire “non ho sentito”, in riferimento alle provocazioni che per tutti i 90’ minuti gli piovvero addosso. Com’era ipotizzabile il gesto del portoghese fu visto e rivisto in tutto il mondo e andò ad aggiungersi a tutti i gesti poi diventati epici, dell’allenatore. Ne ricordiamo solo alcuni. Il 3 marzo 2009 quando José disse ai microfoni: “Non si è parlato di una Juve che ha fatto tanti punti con errori arbitrali. Zenga, Delneri, Prandelli hanno perso tre punti con loro, e anzi dico a Marino e Novellino che i prossimi fine settimana è meglio giocare con la seconda squadra… Forse anche per noi, quando giocheremo a Torino, sarà meglio giocare con la Primavera, perché sta arrivando il giorno dello scandalo”. O ancora il 19 febbraio 2010 quando dichiarò: Aree di 25 metri ce n’è solo una in Italia”.

Non mancarono poi proteste verso l’arbitro tagliavento con cui più volte il portoghese dovette discutere. Una volta dichiarò: “All’Inter avevo spesso la sensazione che gli arbitri ci penalizzassero, tanto che chiedevo alla mia squadra di fare le partitelle in dieci per prepararci a un’eventuale espulsione. Non potevo però prevedere di rimanere in nove”, in riferimento alla doppia espulsione in Inter Sampdoria.

Insomma dallo Special One ci si può attendere di tutto. Chissà questa volta quale altro gesto o frase entrerà a far parte del suo repertorio.

2 anni fa
Autore
Thomas Orlandi

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