A pranzo non invitiamo Omicron
I mass media fanno a gara nel confezionare regole e vademecum per un pranzo di Natalein sicurezza
Oggi esiste un vademecum per il pranzo di Natale. Non è quello cui eravamo abituati fino a un anno fa, cioè l’essere attenti alla scelta di un presente da infilare sotto l’albero ottenendo così il lasciapassare per il pranzo con tutta la sacra famiglia riunita. È un decalogo più stringente, austero, putiniano: si va a tavola con tutta la famiglia nel giorno più sacro solo se si è tamponati, vaccinati o negativizzati. E non basta mica, eh. I giornali, le radio, le tv sono prodighi di consigli innovativi, sposando il senso del ridicolo. Ecco, così, quelle regole basilari per un pranzo natalizio senza l’ospite più indesiderato, Omicron, come se prima dell’avvento del virus non esistevano: lasciare uno spiffero di finestra aperta, non usare le stesse posate, mantenere le distanze a tavola, non passarsi il telefono per gli auguri, non scambiarsi le posate. Ma, soprattutto, appena arrivano gli ospiti spediteli nel bagno per lavarsi le mani. Regole più che antivirus, regole d’igiene e di bon ton.
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