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Il percorso di pace va riavviato

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I fatti di Bucha avevano rallentato il processo del cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, ora è necessario accelerare l'incontro tra le parti

"Dobbiamo lavorare in questo momento a fermare il conflitto in Ucraina perché dobbiamo temere l'escalation se non riusciamo a fermarlo e per fermarlo abbiamo bisogno di riattivare quel processo di dialogo che avevano iniziato i turchi qualche settimana fa e che comprensibilmente dopo i fatti drammatici di Bucha si è fermato o in qualche modo è stato rallentato. E adesso dobbiamo necessariamente farlo ripartire". Si è espresso così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo su Radio 24.

Secondo il titolare della Farnesina, "quel processo di dialogo tra Ucraina e Russia" è "l'unica strada che abbiamo per arrivare almeno a un cessate il fuoco". Di Maio ha ribadito le "aperture importanti" da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ha aggiunto che "adesso" è il presidente russo Vladimir Putin che "deve dimostrare di volere la pace". "L'Italia - ha insistito - è pronta a essere uno dei Paesi garanti di questo accordo, come è stato riconosciuto da entrambe le parti".

 

Secondo Di Maio, "quando parliamo di dialogo e riattivare il processo di pace", la "prima cosa che si può fare sono cessate fuoco localizzati". "Non è semplice - ha riconosciuto - ma dobbiamo usare la Croce Rossa e l'Unhcr per raggiungere accordi tra i comandi militari locali per riuscire a costruire dei corridoi umanitari per far entrare i beni di prima necessità e uscire le persone". Questo, ha insistito, "è sempre il primo passaggio per arrivare alla pace" e poi "dobbiamo far continuare i colloqui che adesso si sono fermati sui temi che erano già sul tavolo".

"Più aumentano il numero di sedute dei colloqui più almeno riusciremo a raggiungere con più facilità i cessate il fuoco localizzati - ha proseguito - Poi, con le dovute tempistiche, si arriva all'accordo di pace".

E sulla riapertura dell'ambasciata italiana ha Kiev, Di Maio ha spiegato che "passeremo la Pasqua a svolgere le operazioni per riportare l'ambasciatore Zazo lì" e "subito dopo Pasqua lo vedrete pienamente operativo nell'ambasciata a Kiev". E', ha concluso, "un altro segnale per dire siamo vicini alle istituzioni ucraine, vogliamo una soluzione diplomatica e continuiamo a lavorare in tal senso".

 

 


 
2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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