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Il Papa: 'Triste usare le persone povere e costruire muri'

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Il pontefice Bergoglio in visita in Grecia ha ringraziato i greci per l'ospitalità e ha messo in guardia l'Europa da una politica egoistica

Migranti: Papa, ‘basta usare le povere persone per propaganda politica’

Il monito, superare le ghettizzazioni favorire inclusione


Il monito, non è alzando barriere che si risolvono problemi
 

"Resta triste sentire proporre, come soluzioni, l’impiego di fondi comuni per costruire muri" ha denunciato il Papa incontrando i profughi a Lesbo, nel suo viaggio pastorale e di incontri in Grecia. "Certo, si comprendono timori e insicurezze, difficoltà e pericoli. Si avvertono stanchezza e frustrazione, acuite dalle crisi economica e pandemica, ma non è alzando barriere che si risolvono i problemi e si migliora la convivenza. E invece unendo le forze per prendersi cura degli altri secondo le reali possibilità di ciascuno e nel rispetto della legalità, sempre mettendo al primo posto il valore insopprimibile della vita di ogni uomo".

Il Pontefice sottolinea come "in diverse società si stanno opponendo in modo ideologico sicurezza e solidarietà, locale e universale, tradizione e apertura. Piuttosto che parteggiare sulle idee, può essere d’aiuto partire dalla realtà: fermarsi, dilatare lo sguardo, immergerlo nei problemi della maggioranza dell’umanità, di tante popolazioni vittime di emergenze umanitarie che non hanno creato ma soltanto subito, spesso dopo lunghe storie di sfruttamento ancora in corso, è facile trascinare l’opinione pubblica istillando la paura dell’altro; perché invece, con lo stesso piglio, non si parla dello sfruttamento dei poveri, delle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, degli accordi economici fatti sulla pelle della gente, delle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio?".

"Vanno affrontate le cause remote, non le povere persone che ne pagano le conseguenze, venendo pure usate per propaganda politica!" ammonisce il Papa nel corso della visita al campo profughi.

"Per rimuovere le cause profonde, - osserva Papa Francesco - non si possono solo tamponare le emergenze. Occorrono azioni concertate. Occorre approcciare i cambiamenti epocali con grandezza di visione. Perché non ci sono risposte facili a problemi complessi; c’è invece la necessità di accompagnare i processi dal di dentro, per superare le ghettizzazioni e favorire una lenta e indispensabile integrazione, per accogliere in modo fraterno e responsabile le culture e le tradizioni altrui".

"Soprattutto, - ammonisce il Papa- se vogliamo ripartire, guardiamo i volti dei bambini. Troviamo il coraggio di vergognarci davanti a loro, che sono innocenti e sono il futuro. Interpellano le nostre coscienze e ci chiedono: "Quale mondo volete darci?" Non scappiamo via frettolosamente dalle crude immagini dei loro piccoli corpi stesi inerti sulle spiagge. Il Mediterraneo, che per millenni ha unito popoli diversi e terre distanti, sta diventando un freddo cimitero senza lapidi. Questo grande bacino d’acqua, culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte. Non lasciamo che il mare nostrum si tramuti in un desolante mare mortuum, che questo luogo di incontro diventi teatro di scontro! Non permettiamo che questo "mare dei ricordi" si trasformi nel "mare della dimenticanza". Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà! Sulle rive di questo mare Dio si è fatto uomo".

3 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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