Peng Shui e la lezione della rieducazione cinese
Probabile che il governo cinese abbia adottato il suo sistema di 'rieducazione' che ha sempre limitato i diritti civili nel Celeste Impero
Peng Shui riappare in pubblico a un torneo di tennis in Cina. Ma prima la tennista scomparsa a inizio novembre aveva postato foto da adolescente felice (lei che ha 35 anni) all'interno di una sala perimetrata da peluche che ricorda tanto Squid Game. E comunque nei suoi messaggi social 'distensivi' nessun riferimento alle accuse lanciate di abusi sessuali o al mondo sportivo preoccupatissimo per lei, messaggi rimbalzati da un azzimato addetto stampa dell'Impero cinese che odora di plastica e da una sedicente amica della tennista (che come avatar ha la bandiera rossa...). Insomma, è in atto quella che nel corso del tempo è meglio nota come 'rieducazione'. Non ci sarebbero altre spiegazioni, perché dopo che Peng Shui è scomparsa dal 3 novembre, giorno in cui lamentava le violenze carnali nei confronti dell'ex leader cinese Zhang Gaoli, eco che di fronte alla eorme mole di pressioni internazionali la Cine arisponde come meglio ci insegnano i mondi distopici: 'non è successo nulla. La donna sta attraversando un forte periodo di stress e ha deciso di staccare la spina dopo aver smentito se stessa'. Amen.
Certo, non confortano nemmeno le parole "Sto bene e sono al sicuro, parole che la campionessa di tennis cinese Peng Shuai ha pronunciato in videoconferenza con il presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, rassicurando sulle sue condizioni, spiegando poi che "è al sicuro e sta bene, e si trova nella sua casa a Pechino, ma vorrebbe che la sua privacy fosse rispettata in questo momento. Ecco perché preferisce passare il tempo con gli amici e la famiglia in questo momento. Tuttavia, continuerà a dedicarsi al tennis, lo sport che ama tanto" così il Cio in una nota.
“Sono stato sollevato nel vedere che Peng Shuai stava bene, che era la nostra principale preoccupazione. Sembrava rilassata. Le ho offerto il nostro sostegno e di rimanere in contatto in qualsiasi momento, cosa che ovviamente ha apprezzato", ha detto Emma Terho, residente della Commissione degli atleti del Cio, presente alla video-chiamata assieme al membro del Cio in Cina Li Lingwei.
E il mondo si mobilita ancora di più, però, perché le toppe messe dalla Cina sono peggiori del buco, non convincono. Di fronte alle prove fornite dalle autorità cinesi e dai media filogovernativi, il ministro francese ha espresso seri dubbi sulla loro veridicità. "Se per caso non avessimo notizie di questa grande tennista, la Francia ne trarrebbe conseguenze diplomatiche " ha detto Jean-Yves Le Drian ministro degli Esteri francese.
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