La guerra tradisce i valori olimpici
Pescante: 'aggressione che viola tregua olimpica e va contro principio fratellanza sport'
"Quella in Ucraina è una guerra che ci riguarda tutti da vicino, qualcosa di inaudito che avviene durante la tregua olimpica proclamata dall'Onu con voto unanime: i Giochi olimpici invernali di Pechino non sono solo quelli che si sono conclusi, forse con ancor più dignità sono i Giochi paralimpici che cominceranno tra poco". E' quanto afferma l'ex presidente Coni e membro Cio, Mario Pescante.
Tornando ai Giochi del 1980, quando l'Urss invase l'Afghanistan con gli Stati Uniti che boicottarono le olimpiadi estive a Mosca, cosa che non fece l'Italia, Pescante aggiunge. "Qui il discorso è assolutamente diverso, in quella occasione c'ero e fui molto attivo nell'evitare quella mossa politica che riguardava una guerra lontana. Questa non è la guerra dei russi contro gli ucraini ma la guerra di un dittatore che si è caricato di una grande responsabilità".
"Il mondo occidentale vuole evitare qualsiasi coinvolgimento diretto, sta cercando di creare dei problemi nel settore di sua competenza, quello economico e finanziario. Da parte sua lo sport può lanciare un grande messaggio all'opinione pubblica. Quanto sta accadendo è una offesa anche al ruolo dello sport di affratellamento tra i popoli. Sono arrivati tanti messaggi per la pace anche dagli sportivi, e non solo ucraini, penso ad esempio al russo Rublev che nella finale di Dubai ha scritto un messaggio di pace sulla telecamera", conclude Pescante.
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