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Sul Pnrr incombe la terza rata

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L'obiettivo del ministero resta quello di spendere l'intero programma. Pronta la soluzione per la terza rata

"Quello che noi stiamo mettendo in campo è un lavoro attento e certosino, che ha come obiettivo quello di far emergere con chiarezza le difficoltà e i problemi esistenti, non per aprire un dibattito sui problemi, ma per immaginare le soluzioni ad essi nei tempi previsti dai regolamenti europei. È questo l'approccio che il governo vuole mettere in campo, perché è fin troppo evidente l'obiettivo che noi abbiamo di voler raggiungere il risultato della spesa dell'intero programma". Raffaele Fitto si presenta al Senato per fare il punto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e i 19 miliardi di euro della terza rata che il governo Meloni attende dalla Commissione europea. Il ministro per gli Affari europei fa suo l'appello di Sergio Mattarella e promette di ''spendere tutti i fondi'' e ''correggere le criticità" annunciando che sulla terza rata ci sarà una ''soluzione a breve'' e alcuni obiettivi di giugno sono ''da rimodulare''.

"È altrettanto evidente -spiega Fitto- che, nel voler raggiungere l'obiettivo" di spesa dell'intero programma ''è necessario, oserei dire fondamentale in questo confronto con la Commissione europea e con l'intero sistema delle autonomie locali e degli enti attuatori, trovare e correggere oggi le criticità, per poter avere domani la soluzione dei problemi e un rapido avanzamento della spesa e, anche e soprattutto, del percorso di riforme che accompagna l'intero Piano nazionale di ripresa e residenza".

"In questo contesto -rimarca l'ex governatore della Puglia- da più parti viene richiamato un appello del presidente della Repubblica Mattarella, che il governo fa suo. Lo fa suo con l'obiettivo non solo di citarlo, ma con la consapevolezza e la convinzione di volerlo attuare, perché la cosa più complessa è l'attuazione di questo programma". E ancora: ''Il governo lo vuole fare in modo positivo e soprattutto con la consapevolezza della rilevanza della partita che abbiamo di fronte. Lo vuole fare anche spiegando che molte delle criticità che stanno emergendo sono criticità che emergeranno per essere risolte e per poter dare una soluzione. L'approccio che abbiamo messo in campo è questo".

"Quella odierna -esordisce Fitto- è un'occasione molto utile e positiva per fare una dibattito, in Parlamento, sullo stato di avanzamento dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il governo ha iniziato il suo lavoro sulla prima grande questione, che era quella del raggiungimento, poco dopo due mesi dall'atto dell'insediamento, dei 55 obiettivi utili per poter ottenere e quindi fare richiesta per il raggiungimento della terza rata, di 19 miliardi di euro. Al momento dell'insediamento l'esecutivo ha trovato 25 obiettivi raggiunti. Sugli altri 30, nei due mesi successivi, c'è stato un lavoro molto intenso, con i ministeri e con tutte le amministrazioni interessate all'attuazione e all'avvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per trovare la capacità di raggiungere questo risultato".

Il "risultato -spiega- è stato raggiunto al 31 dicembre, i 55 obiettivi sono stati inviati alla Commissione europea ed è iniziato un momento di confronto con la Commissione europea, così come regolarmente viene fatto con tutti i governi nazionali, che hanno la possibilità di gestire questi programmi, nel senso che il cosiddetto assessment riguarda una verifica della correttezza del raggiungimento degli obiettivi. Questa fase si è sviluppata nei mesi successivi e, nella fase finale, abbiamo immaginato anche, di intesa con la Commissione europea, per alcuni obiettivi sui quali da qui a breve tornerò in modo specifico, di prendere - di intesa - un mese di tempo in più, per poter definire meglio, nel rapporto con la Commissione, il superamento di alcuni ostacoli e di alcune problematiche, per risolvere alcune questioni".

I "diversi obiettivi, su cui è stata fatta una verifica, sono sostanzialmente raggiunti. Su tre in modo particolare si è concentrata l'attenzione della Commissione europea, per una diversa valutazione sui diversi obiettivi e sul raggiungimento degli stessi". Il primo è "quello ormai noto alle cronache e relativo ai piani urbani integrati, cioè all'inserimento del piano urbano di Firenze con lo stadio 'Artemio Franchi' e quello relativo e quello relativo al piano urbano di Venezia con il «Bosco dello sport»; due interventi che sono stati oggetto di un confronto con la Commissione europea".

"In queste ore il governo -dice Fitto- sta predisponendo i documenti per poter affrontare e risolvere la questione e quindi superare questa difficoltà, salvo restando che è evidente che la difficoltà si supererà d'intesa con la Commissione europea, restando il problema dei due singoli interventi, che non riguarderà più l'interlocuzione con la Commissione europea relativamente al raggiungimento dell'obiettivo, ma una dinamica collegata alla fase di attuazione di come e se eventualmente immaginare delle soluzioni che possano essere condivise". Il secondo punto è relativo alle concessioni portuali.

Fra i 27 obiettivi Pnrr da realizzare entro il 30 giugno 2023, annuncia il ministro per gli Affari regionali, ''ci sono alcuni obiettivi da rimodulare''.Con "tutti i ministeri e con tutti coloro i quali sono al lavoro nella fase di attuazione, stiamo verificando il livello di avanzamento, perché non manca molto al momento del completamento del programma: siamo a tre anni e due mesi dalla data entro la quale tutto l'intero programma deve essere complessivamente realizzato con gli interventi finali".

"È evidente -sottolinea- che oggi abbiamo la possibilità di comprendere quali di questi interventi non possono essere realizzati a quella data e capire come rimodularli, mentre tra qualche mese o tra un anno questo lavoro non potrà più essere fatto e rischieremo di trovarci in una situazione paradossale nella quale, non completando l'intervento, ci troveremo in difficoltà e in difetto rispetto al finanziamento europeo e all'impossibilità di poter fare dei cambiamenti perché l'intervento avrà una fase avanzata e quindi rischierà di aprire un grandissimo contenzioso". "Siamo nella fase -garantisce- nella quale si può assolutamente intervenire, perché è previsto da regolamenti europei; si può immaginare di trovare la soluzione anche con il lavoro congiunto con le altre programmazioni disponibili, che sono quelle della coesione e del Fondo di sviluppo e coesione".

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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