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L'attacco al Cremlino è una messinscena

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Il Journal di Odessa: Una rappresentazione teatrale per giustificare la guerra e per stimolare qualche nuovo volontario

''Una rappresentazione teatrale per giustificare la guerra e per stimolare qualche nuovo volontario'', nient'altro che ''una messinscena russa''. Perché ''una rappresaglia con quindici droni non si prepara dalla notte alla mattina, ci vogliono settimane'' e ''se gli ucraini attaccano è per colpire un obiettivo militare, per causare danni''. Così Ugo Poletti, direttore del giornale online in lingua inglese 'The Odessa Journal', racconta la notte appena trascorsa. Una notte che ha tenuto svegli i cittadini di Odessa nel sud dell'Ucraina, ''alle 2.36 è suonato l'allarme aereo, è durato due ore''.

E Poletti, in particolare, ha sentito ''a mezzo chilometro il rumore forte e sordo del drone'' in arrivo, ''come quello di un motorino, un rumore assordante. I tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale avevano montato delle sirene sui loro aerei per spaventare la gente, i russi non ne hanno avuto bisogno. Se li sono trovati così, i droni iraniani, le nuove armi belliche alle quali ci stiamo abituando. Arrivano lenti, sono facili da abbattere''. E così è stato, ''tre droni hanno colpito ostelli per studenti che erano vuoi, quindi non c'è stata alcuna vittima'', ma gli altri ''dodici sono stati abbattuti'' dalle forze armate ucraine, ''c'è stato un concerto della contraerea, con proiettili che lasciavano scie rosse''.

''Nessuno sa quale sia la verità'' sull'attacco di ieri con droni sul Cremlino, che è ''una conseguenze della guerra'', ma ''non sappiamo chi lo ha provocato. Forse qualcuno che voleva dimostrare la debolezza russa? Non sappiamo. Quello che sappiano è che dobbiamo lavorare per una pace giusta in Ucraina con il ritiro della Russia''. Lo ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervistato dal Tg4. Per la pace ''la Cina deve fare la sua parte'' e ''ben vengano le iniziative del Vaticano, le iniziative della Turchia, delle Nazioni Unite'', ha aggiunto.

Autore del saggio 'Nel cuore di Odessa' edito da Rizzoli, Poletti ritiene che ''tutto fa pensare a una rappresentazione teatrale. Prima c'è stato il drone che colpisce il tetto del Cremlino e che i russi hanno mostrato come una provocazione e un attacco. E poi subito la vendetta'', l'attacco notturno su Odessa, ''che fa pensare a un'azione coordinata e preparata. Perché un attacco con droni viene programmato almeno una settimana prima'' e ''non può avvenire dopo poche ore, con questa velocità, quindi erano già pronti''. Con un obiettivo ben preciso ritiene l'imprenditore milanese, che vive a Odessa dal 2017. ''Questo serve alla propaganda russa per stimolare qualche nuovo volontario e per poter continuare ad alimentare l'affluso di soldati al fronte, per giustificare questa guerra, per dire 'non siamo più noi che attacchiamo loro, ma loro che attaccano noi''', prosegue Poletti.

Intanto ''a Odessa la vita continua'', tra l'altro ''si sa che dopo un attacco del genere per i prossimi giorni possiamo stare tranquilli''. Odessa ''è diventata ormai come Tel Aviv, la città continua a vivere anche se gli passano sulla testa i missili da Gaza''. Non solo, ''hanno riaperto alberghi che erano stati chiusi dallo scoppio della guerra senza soluzione di continuità e ora ci si aspetta che con la bella stagione qualcuno arrivi'' in visita. Perché Odessa ''è una città che si è facilmente assuefatta alle difficoltà e tira fuori una grande vitalità''. Su quello che succederà nei prossimi giorni, Poletti è categorico: ''Niente, non succederà niente perché gli ucraini hanno la loro pianificazione e ci faranno vedere cosa sanno fare, ma non adesso. Siamo in un mese di stasi, perché con il disgelo bisogna aspettare che passi la famigerata stagione del fango''. Che ''impedisce agli eserciti di entrambe le parti di muoversi sul campo di battaglia'' e quindi di entrare nel vivo dell'annunciata controffensiva ucraina di primavera. ''Ne vedremo delle nuove a partire dalla fine di questo mese o agli inizi di giugno'', conclude Poletti.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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