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Il calendario del polline per evitare le allergie

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L'immunologo: 'Si riattivano i processi di sensibilizzazione, insorge uno stato infiammatorio minimo ma persistente pur in assenza di sintomi'

La variabilità atmosferica di aprile e maggio ha frenato l'arrivo del polline, ma ecco che nell'ultima settima è arrivato prepotente un boom che sta facendo soffrire gli italiani allergici e chi ha una sensibilizzazione. "Relativamente alle graminacee, per esempio, gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un'importante variabilità. Nel 2021 il picco delle graminacee si è verificato nella 22.esima settimana, tra il 17 e il 23 maggio, iniziando la sua crescita nella 17.esima settimana, tra il 19 e il 25 aprile. Nel 2023 la pollinazione delle graminacee, iniziata nella settimana del 13 marzo, ha raggiunto il suo picco in 18.esima settimana, la prima del mese di maggio. Nell'anno in corso le conte polliniche hanno fatto registrare un iniziale incremento atmosferico dei pollini di graminacee nella 16.esima settimana, la penultima di aprile, con un trend in crescita progressiva proprio in questi giorni nei quali la conta pollinica rileva circa 30 granuli per metro cubo d'aria". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione di Medicina personalizzata (Fmp).

Il 'calendario' del polline "è pubblicato dalla Associazione allergologi e immunologi italiani territoriali ed ospedalieri (Aaiito), che evidenziano, di anno in anno, un cambiamento della presenza pollinica nell'aria soprattutto in termini di periodicità, importante ai fini dell'individuazione non solo dei periodi di massima concentrazione del polline nell'aria, ma anche delle fasi iniziali della pollinazione. Sono questi i giorni - spiega Minelli - nei quali il polline, incominciando appena a disperdersi in atmosfera, progressivamente riattiva i processi di sensibilizzazione allergica che nei mesi precedenti si erano andati gradualmente spegnendo, rendendo iper-reattive le mucose degli organi interessati. E' quello che nel 1968 fu descritto come 'priming', effetto particolare per cui nel paziente con storia di pollinosi esiste, a carico dell'organo interessato, uno stato infiammatorio minimo, ma persistente pur in assenza di sintomi clinici, per cui, in seguito ad una progressiva riaccensione delle dinamiche infiammatorie re-indotte dai nuovi contatti col polline, saranno necessarie minime quantità di allergeni ambientali per suscitare un'iper-risposta nasale o bronchiale e dunque per generare disturbi tali da richiedere specifici trattamenti mirati". 

Avere a disposizione il calendario del polline "è un aspetto pratico assai interessante dell'informazione medica perché, al di là di ogni improbabile automedicazione, grazie a queste informazioni è possibile comunicare una strategia terapeutica valida che, a partire dalle fasi pre-stagionali, possa prevedere a cura di medico competente un trattamento preventivo e farmacologico tale da stabilizzare continuativamente, e non a comando, quadri clinici per i quali la pratica del 'fai da te' potrebbe risultare inappropriata e anzi controproducente", avverte l'immunologo.

Che tipo di quadro sintomatologico si presenta in questo periodo? "Quello tradizionale - risponde Minelli - che comprende disturbi di tipo respiratorio come riniti, rino-congiuntivi, asma o 'equivalenti asmatici' che si manifestano per lo più con tosse, magari associata a respiro sibilante, possibile dispnea o fame d'aria. Tra le forme allergiche stagionali va certamente ricordata quella sostenuta dalle graminacee che, secondo dati scientifici recenti, rappresentano la maggiore causa di allergia respiratoria nel mondo, in ragione dell'elevato livello di omologia nella sequenza di aminoacidi che compongono la struttura allergenica dei pollini di tali piante erbacee. Si tratta di granuli pollinici di forma sferoidale del diametro variabile tra i 20 e i 120 millesimi di millimetro e quindi invisibili a occhio nudo".

La loro rilevazione, al pari di quella riferita ad altri pollini allergizzanti aerodispersi, "viene effettuata tramite campionatori volumetrici disposti in punti di prelievo selezionati, che aspirano l'aria in continuo, trattenendo i pollini su un vetrino ricoperto di silicone. I pollini - ricorda - vengono poi riconosciuti al microscopio sulla base delle loro caratteristiche e dunque contati, fornendo un dato giornaliero espresso in granuli per metro cubo d'aria aspirata".

18 Maggio
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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