Polonia: muro al confine con la Bielorussia
La risposta del partito Diritto e Giustizia alle pressioni di Lukashenko operate attraverso l’uso dei flussi migratori come arma geopolitica
È notizia di oggi che il Ministro dell’Interno polacco Mariusz Kaminski ha annunciato la costruzione di una barriera solida e fortificata al confine con la Bielorussia, che andrà a rinforzare le barriere di filo spinato di due metri e mezzo costruite ad agosto. Il nuovo muro sarà dotato di sistemi di videosorveglianza tecnologici e sensori di movimento.
Il muro (termine che viene evitato dal governo polacco) costerà 366 milioni di euro e i lavori verranno monitorati dalla polizia di Frontiera della Polonia.
L’approvazione del progetto nel parlamento polacco è molto probabile, grazie all’appoggio di più forze politiche e nonostante il partito Diritto e Giustizia del premier Mateusz Morawiecki non abbia la maggioranza in parlamento.
Qualche settimana fa la Polonia aveva annunciato lo stato d’emergenza al confine con la Bielorussia, accusata anche dall’Unione Europea di usare i flussi migratori per fini politici. Una vera e propria “arma” sfruttata da Lukashenko come risposta alle sanzioni in arrivo dall’Unione Europea.
La stessa Commissione dell’Unione Europea aveva giudicato “Estremamente preoccupanti le politiche che facilitano l’immigrazione irregolare”. L’organo dell’Unione aveva accusato lo stato di Lukashenko di operare “Un traffico di migranti sponsorizzato dallo stato” proveniente da paesi come Iraq, Camerun e Siria e dirottato verso i confini della Comunità Europea.
Gli arrivi in Germania
Questa mattina la notizia che da agosto in Germania sono approdati circa 4.300 migranti provenienti dalla Bielorussia passando per la Polonia. Il numero è stato diffuso dalla polizia tedesca, che ha fatto sapere che i migranti sono originari di Iran, Siria, Yemen e Iraq. I numeri sono direttamente collegati all’apertura delle frontiere operata dal leader bielorusso in risposta alle sanzioni. Come fanno sapere dalla Germania, i centri per l’accoglienza non sono pieni ma la situazione è delicata.
Una crisi geopolitica da tenere d’occhio, anche in relazione ai nuovi flussi provenienti dall’Afghanistan, che certamente hanno costituito un’altra spinta alla costruzione del muro da parte della Polonia. Una crisi però non solo geopolitica, ma che riguarda migliaia e migliaia di persone usate come pedine per raggiungere gli obiettivi dei leader.
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