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E ora nel Parlamento è allarme rosso

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L'eurodeputato Nicola Procaccini non nasconde che ci sono altri colleghi che potrebbero essere coinvolti nel Qatargate e lancia i suoi sospetti

E' certamente "una possibilità" che altri eurodeputati siano stati oggetto di una "qualche forma di influenza" da parte delle autorità del Qatar e che quindi siano coinvolti nell'indagine per sospetta corruzione condotta dalle autorità belghe. Lo dice l'eurodeputato di Fdi/Ecr Nicola Procaccini. "Credo che ci sia questa possibilità - risponde - basterebbe andare a guardarsi gli interventi pubblici fatti dagli europarlamentari in difesa del Qatar rispetto a una eventuale violazione dei diritti umani, e diventa possibile che, come è accaduto con gli altri, che ci sia stata una qualche forma di influenza da parte delle autorità qatarine". 

"Dopodiché - continua Procaccini - può essere un’influenza che non si è esplicitata nella somma di denaro ma può essere anche un’influenza che si è manifestata in altri modi, cioè anche attraverso vacanze, attraverso altre situazioni, altri regali....".   Per Procaccini, l'indagine si allargherà: "Dicono 'che sarà mai un ex europarlamentare'....", ma quello tessuto dai magistrati belgi "potrebbe essere un filo lungo: a mano a mano che si srotola...".

Che ci fosse qualcosa di strano alcuni e alcune lo avevano capito: "Sinceramente - spiega Procaccini - ho annusato qualcosa durante il dibattito del 21 novembre", a Strasburgo. "C’era un dibattito sui diritti umani in Qatar e io mi aspettavo che, più o meno, avremmo detto tutti le stesse cose. E invece mi rendo conto che, a un certo punto, cominciano ad arrivare da sinistra degli interventi che erano assolutamente fuori misura: in alcuni casi ci si sospingeva addirittura a presentare il Qatar come un modello nella difesa dei diritti umani.  E questo fatto che arrivava da sinistra, chiaramente, mi ha lasciato assolutamente attonito. L'ho anche denunciato all’epoca: quello è stato il momento in cui mi è esploso in faccia che c’era qualcosa di anomalo".

"Dopodiché, devo essere onesto - aggiunge Procaccini - credo che il grosso delle influenze non si sia sviluppato nell’ultima legislatura, ma nel corso delle ultime legislature. Perché il Mondiale viene assegnato 12 anni fa, dopodiché ci sono almeno tre mandati. Ci sono state spesso delle situazioni in cui è riemersa la questione della inopportunità dell’assegnazione dei Mondiali in Qatar: era emersa prepotentemente quando ci fu quell’inchiesta sugli operai morti durante i lavori di costruzione degli stadi. Ogni tanto riemergeva, ma altrettanto cinicamente poi veniva rimessa la sordina al tema". 

"In una iniziativa che fece molto discutere all’inizio del mio mandato - ricorda Procaccini - denunciai il tentativo del Qatar e degli Emirati Arabi di utilizzare il calcio come strumento di propaganda del proprio punto di vista culturale e religioso. Tant’è che avevo dimostrato, in un dossier sull’islamizzazione d’Europa, come tutte le squadre di calcio delle capitali e grandi città europee sono state comprate o sponsorizzate dal Qatar o dagli Emirati Arabi: da Lisbona a Parigi, Madrid e Barcellona, Roma, Milano, Monaco di Baviera: tutte, tutte, tutte".

"E questo perché - continua l'eurodeputato - essendo la passione popolare più diffusa in Europa e nel mondo, il calcio è uno strumento formidabile, in termini di propaganda, di soft power". 

"Chiaramente - prosegue - in questa operazione rientra anche la questione dei Mondiali di calcio. Ci fu un momento, in un convegno che feci a Bruxelles, in cui alcuni esponenti della Fratellanza musulmana, una realtà che viene sponsorizzata e favorita dal Qatar, tentarono di entrare. Ci fu anche una situazione un po' allarmante".

"Quello che va fatto rilevare - sottolinea Procaccini - è quanto sia radicato nell’universo della sinistra il regime di Doha. Perché qui non è coinvolto soltanto il livello partitico, ma anche l’ambiente delle Ong e dei sindacati. C'è proprio un radicamento nell’universo della sinistra, relativamente a un tema, quello dei diritti umani, che in teoria era il core business, la ragione sociale della sinistra. E' ancora più impressionante", conclude.

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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