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Processo Banca Etruria, 22 assoluzioni e una condanna, a sei anni

Banca Etruria

La sentenza appena emessa dal Tribunale di Arezzo sul filone principale d'inchiesta sul crac del 2015

“Il fatto non sussiste”, questa la motivazione con cui la sentenza del Tribunale di Arezzo assolve 22 su 23 degli imputati del maxi processo per il crac di Banca Etruria.

La sentenza in questione riguarda l filone principale di indagine sul dissesto dell'istituto di credito aretino. Il verdetto è stato pronunciato dal presidente del collegio, Gianni Fruganti. Unico condannato il finanziere trentino Alberto Rigotti, ex consigliere di amministrazione, a cui è stata inflitta una pena di 6 anni di reclusione per il reato di bancarotta.

La Procura di Arezzo aveva chiesto la condanna per tutti e 24 gli imputati (uno nel frattempo è deceduto nella scorsa estate), tra ex componenti dei consigli di amministrazione e dirigenti dell'istituto di credito, accusati, a vario titolo, dei reati banca rotta fraudolenta e banca rotta semplice.

Nel corso della requisitoria i sostituti procuratori Julia Maggiore e Angela Masiello avevano chiesto pene che in totale assommavano a 64 anni di reclusione. Le pene richieste andavano da un massimo di 6 anni e 6 mesi (per Rigotti) ad un minimo di un anno. Le parti civili hanno già annunciato che presenteranno ricorso contro la sentenza di assoluzione.

Il crac della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, questa la sua denominazione completa, si è verificato nel 2015.

Il rendiconto di febbraio 2015, redatto dagli ispettori di vigilanza, certificò nuove maxi-perdite rilevate dagli ispettori della Vigilanza: la banca non aveva più un briciolo di capitale. La vicenda che porterà danni economici e finanziari a diversi investitori, era stata rilevata da Bankitalia già a partire dal 2013.

2 anni fa
Foto: wikimedia
Autore
Luca Morazzano

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