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Con Draghi premier ecco il certificato verde

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In un anno di Palazzo Chigi Mario Draghi vince la scommessa della campagna vaccinale con in campo Figliuolo

Il 5 agosto il suo governo dispone, a partire da settembre, l'obbligo di certificazione verde per docenti, studenti universitari e per i trasporti su lunga percorrenza. Sul fronte internazionale, per volontà del premier si tiene in videoconferenza un vertice straordinario del G7 per discutere le conseguenze del ritiro dall'Afghanistan, con l'offensiva talebana che ha portato alla caduta di Kabul e alla conclusione, drammatica per modalità e tempi, di una guerra ventennale.

A settembre, con piglio deciso, Draghi continua l'impostazione dura sul green pass, soprattutto per piegare le ultime sacche di resistenza, quelle dei no vax, ma anche degli indecisi intimoriti dal vaccino. Viene varato un decreto che, a partire dal 15 ottobre, estende l'uso della certificazione verde per accedere ad ogni luogo di lavoro, sia nell'ambito della pubblica amministrazione sia nel settore privato. Sempre da metà ottobre, è previsto -con un Dpcm firmato dal premier- il rientro in presenza dei lavoratori della P.A..

Ad ottobre si consuma un nuovo braccio di ferra con la Lega, con i tre ministri del Carroccio che non partecipano al voto in Cdm. Nel mirino la riforma del catasto. Il governo fibrilla anche per i risultati della tornata delle amministrative, che non hanno certo premiato la Lega di governo, ma Matteo Salvini rassicura: "non è una crisi, nessuno strappo". Intanto monta la rabbia sulle misure sul green pass, che entreranno in vigore sui posti di lavoro dalla metà del mese. Ben 10mila persone scendono in piazza a Roma contro l'obbligo di certificazione verde. Si registrano scontri e, contemporaneamente alla manifestazione pacifica, alcuni esponenti di Forza Nuova prendono d'assalto la sede nazionale della Cgil in corso Italia. Nella notte vengono fermate dodici persone ritenute responsabili degli scontri, l'indomani il presidente del Consiglio si reca nella sede del sindacato a prova della sua vicinanza. Ma la protesta non si ferma. I lavoratori del porto di Trieste annunciano lo sciopero a oltranza finché non verrà revocato l'obbligo di certificazione verde sul posto di lavoro. Il governo continua a tirare dritto.

A fine ottobre il G20 di Roma. Un indiscusso successo dal punto di vista logistico e organizzativo: tutto funziona alla perfezione, la foto che ritrae i grandi del mondo tra medici e infermieri in prima linea nella lotta alla pandemia fa il giro del pianeta ed entra nella Storia.

Ma i risultati del summit, soprattutto sul fronte della lotta al cambiamento climatico, lasciano delusi gli ambientalisti, facendo rimbalzare quel "bla, bla, bla" coniato dalla giovane Greta Thunberg, assurta ormai da anni a testimonial green dalle giovani generazioni. Non la pensa così Draghi. "Molti dicono che sono stanchi del bla bla bla - si dice convinto in conferenza stampa prima di volare a Glasgow per la Cop26 -, io credo che questo summit sia stato pieno di sostanza".

Intanto arrivano i contraccolpi delle manifestazioni no pass. A Trieste, dove i portuali portano avanti la loro protesta, si registra un focolaio che induce il ministero dell'Interno a varare una stretta su manifestazioni e cortei: saranno concessi solo sit-in e fuori dai centri storici. Non solo. Il governo resta impermeabile alle proteste e, per arginare la quarta ondata che avanza in tutto il mondo, vara il super Green pass. Dal sei dicembre scatta la stretta per i non vaccinati, a loro saranno banditi spettacoli, eventi sportivi, ristoranti al chiuso, cerimonie pubbliche, feste e discoteche: non basterà più un tampone per esservi ammessi.

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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