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In Parlamento per chiedere stop utero in affitto in tutta Europa

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Pro Vita si lancia verso il parlamento europeo per stoppare l'utero in affitto in tutta Europa

Pro Vita si lancia verso il parlamento europeo per stoppare l'utero in affitto in tutta Europa. "La proposta di regolamento europeo sulla genitorialità transfrontaliera è pericolosa e altamente dannosa per i bambini, le donne e le famiglie di tutta Europa. Significa autorizzare e anzi imporre agli Stati membri di legittimare e aprire le porte all’utero in affitto, alla compravendita di gameti e alla procreazione medicalmente assistita, anche quando queste pratiche sono già illegali e vietate negli Stati. Non possiamo stare a guardare e oggi, dal Parlamento Europeo a Bruxelles, ne denunciamo tutte le implicazioni legali, politiche e ideologiche. Lo facciamo insieme a sigle pro family di tutta Europa". Così Jacopo Coghe, portavoce di 'Pro Vita & Famiglia onlus' in merito al convegno “Fermiamo il mercato dei figli” che si è tenuto questa mattina al Parlamento Europeo a Bruxelles, presso l’Edificio Spinelli, organizzato su iniziativa dell’onorevole Alessandra Basso, eurodeputato della Lega-Gruppo Identità e Democrazia.

"Il ricorso all'articolo 81 del Tfue - ha proseguito Coghe, in video collegamento da Roma - rappresenta un’enorme interferenza nelle competenze degli Stati membri in materia di diritto di famiglia, che viola i principi di sussidiarietà e proporzionalità. Inoltre, la proposta spalancherebbe le porte a tutte le forme di maternità surrogata, compresa quella commerciale, contrariamente alla condanna del Parlamento europeo. È’ inaccettabile l'interferenza ideologica, legale e politica della Commissione Europea nella libertà legislativa degli Stati membri". "La pratica della maternità surrogata viola i diritti umani fondamentali per questo è urgente porre fine a questa pratica in tutta Europa", ha aggiunto Coghe, che ha tenuto una relazione sulla proposta di legge italiana sull’utero in affitto reato universale come esempio virtuoso per una futura abolizione europea e internazionale.

"La battaglia contro il mercato dei figli non può restare a livello nazionale ma deve diventare patrimonio dell’Unione Europea - ha proseguito Coghe - e la posizione dei partiti su questo tema sarà per noi cruciale in vista delle elezioni europee di giugno 2024, quando chiederemo a tutti i candidati di esprimersi esplicitamente su questo punto".

Il portavoce di 'Pro Vita & Famiglia' ha poi annunciato che "durante la prossima legislatura europea chiedere all’Ue, tramite le sue istituzioni, di essere un faro di civiltà contro il mercato dei figli, promuovendo una moratoria europea e internazionale contro l’utero in affitto, con apposite risoluzioni di condanna da parte del parlamento europeo e un regolamento, da parte della Commissione Europea, che vieti tale pratica". Tra le richieste che Coghe ha annunciato, anche quella, "alla diplomazia dell’Ue, di essere portavoce di questa battaglia nelle sedi dove può esercitare la sua influenza, innanzitutto all’Onu, perché la maternità surrogata sia dichiarata una pratica contraria alla dichiarazione Universale dei diritti umani".

Co-organizzatori del convegno, moderato dal Vicedirettore de “La Verità” Francesco Borgonovo, le seguenti sigle: European for Families, Ordo Iuris, Aura, Federation of Catholic Family Associations in Europe, Casablanca Declaration, CitizenGO, Les Syndicats de la Famille. "Sono contenta che un tema così importante arrivi finalmente qui al parlamento europeo, perché è fondamentale contrastare l’utero in affitto e fare chiarezza su di esso", ha detto Alessandra Basso nei suoi saluti introduttivi. "Basti pensare - ha spiegato - che non solo in Italia è sempre più martellante la narrazione che vuole questa pratica come 'gestazione solidale per altri', ma non è così. Le donne sono schiavizzate e i bambini trattati come oggetti, impacchettati e confezionati per essere venduti, non c’è niente di solidale né di dignitoso".

La riflessione sulla maternità surrogata "deve partire da un principio di fondo - ha invece spiegato Francesco Borgonovo, nel presentare i vari ospiti relatori - ovvero che donne e bambini non devono mai essere sfruttati. Se partiamo da questo assunto dovrebbe venire da sé rendere l’utero in affitto reato universale come si sta discutendo in Italia". Il responsabile delle campagne di 'Pro Vita & Famiglia Onlus', Matteo Fraioli, ha evidenziato le ragioni, bioetiche e biogiuridiche, del perché la maternità surrogata deve essere necessariamente considerata un crimine e dunque come e perché arrivare ad una sua abolizione universale. 

"La maternità surrogata, in una discussione scevra da qualsiasi lettura politica, partita o ideologica, è una minaccia alla dignità umana. Un dato fondamentale è che questa pratica ha una natura 'negoziale', dunque posta in essere per produrre e vendere qualcosa, in base a una domanda e alla conseguente offerta. Il prodotto - ha spiegato Fraioli - è il bambino e i costi sono elevati, anche fino a 150.000 euro, e dipendono da vere e proprie 'brochure' con i dettagli che madri surrogate e bambini devono avere". Come ha affermato Fraioli, "i bambini non possono però essere considerati oggetti di diritto, perché in quanto esseri umani sono semmai soggetti di diritto. Dunque con l’utero in affitto il diritto al figlio si trasforma e diventa diritto 'sul' figlio".

Inoltre, l’iter burocratico e medico della surrogazione - e la privacy garantita ai donatori - "porta i bambini a non avere diritto alla conoscenza delle proprie origini: un gesto biopolitico di grande rilevanza". Un altro profilo da chiarire e denunciare, secondo Matteo Fraioli, "è poi quello della discriminazione e dello sfruttamento delle donne. Le donne vengono private dei loro figli e il loro utero usato: un gesto che schiavizza il corpo e viola il principio di integrità, dunque anche della dignità, della persona umana. Un principio - ha spiegato Fraioli - che ha ripercussioni anche fisiche, se pensiamo che i 'committenti' dei bambini hanno diritto di esercitare coercitivamente le proprie volontà sulla donna che porta avanti la gravidanza, come decidere cosa deve mangiare, che tipo di vita condurre, fino anche a obbligarla ad abortire".

"L’entrata in vigore della proposta europea sulla genitorialità può avere un impatto devastante in tema di diritto familiare", ha spiegato Weronika Przebiera?a, di Ordo Iuris. "Il riconoscimento della filiazione sarebbe infatti imposto come automatico, secondo la dicitura contenuta nella proposta, agli Stati Membri - ha continuato - Si tratta di una interferenza pesantissima che avrebbe ripercussioni gravi dal punto di vista costituzionale. Pensiamo per esempio alla Polonia, dove la famiglia omogenitoriale non è riconosciuta e va contro la Costituzione".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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