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Le armi nucleari a Minsk? Nascondono il fallimento di Putin

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L'annuncio di Vladimir Putin sul dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia fa parte di "una campagna psicologica continua"

L'annuncio di Vladimir Putin sul dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia fa parte di "una campagna psicologica continua", che contiene "molteplici messaggi per diversi pubblici", ai 'falchi' per accontentarli e all'Occidente per creare allarme e distogliere dal fallimento della guerra in Ucraina. E' l'analisi che Brian Jenkins, esperto della Rand corporation, fa, nel giorno in cui il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko ribadisce che quelle armi servono a proteggere il Paese dalle minacce dell'Occidente.

"Le minacce nucleari possono placare i falchi russi che vogliono che Putin si tolga i guanti e usi qualsiasi tattica e arma necessaria per porre fine alla resistenza ucraina - spiega Jenkins - Agitando questa minaccia, cosa che Putin ha fatto ripetutamente, anche se con cautela, negli ultimi mesi, si rivolge al pubblico occidentale. Distrae dai fallimenti militari di Mosca, ricordando a tutti che la Russia è ancora una forte potenza nucleare".

Secondo l'analista del think tank vicino al Pentagono, "l'obiettivo è creare allarme per il fatto che la guerra in Ucraina potrebbe degenerare in una guerra nucleare generale che sarebbe disastrosa per tutta l'umanità. Questo dà anche copertura umanitaria a coloro che sostengono che la guerra dovrebbe essere fermata, se necessario abbandonando l'Ucraina. Ha anche l'effetto pratico di scoraggiare l'Occidente dal fornire armi che permetterebbero all'Ucraina di colpire in profondità la Russia".

Poi, ad avviso di Jenkins, esiste anche "una terza parte del messaggio: il dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia ripristinerebbe una situazione che esisteva fino alla metà degli anni Novanta, quando le ultime testate nucleari sovietiche furono restituite alla Russia dalla Bielorussia. Erano state dispiegate quando la Bielorussia faceva ancora parte dell'Unione Sovietica. In modo simbolico, il loro ri-dispiegamento riporta la Bielorussia sotto la sovranità di Mosca. Ciò contribuisce all'ambizione a lungo termine di Putin di ripristinare l'Unione Sovietica".

La Russia, ricostruisce l'analista americano, "può vincere la guerra in Ucraina sconfiggendo le forze ucraine o superando la determinazione dell'Occidente a continuare a sostenere l'Ucraina: il primo scenario richiede un successo sul campo di battaglia che - nonostante i rinforzi, i nuovi comandanti e le promesse di nuove offensive, per non parlare delle pesanti perdite - le forze russe non sono state in grado di realizzare". Jenkins sottolinea come "la superiorità numerica della Russia potrebbe ancora permetterle di prevalere militarmente, ma l'invasione si sta trasformando in una guerra prolungata, che imporrà difficoltà alla Russia. Si pensa che i russi siano bravi a soffrire, ma hanno bisogno di motivazioni".

Nel secondo scenario, invece, secondo l'analista, "Putin potrebbe puntare più sulla stanchezza della guerra e sulla paura che si rompa l'alleanza occidentale, che è fondamentale per la sopravvivenza dell'Ucraina".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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