I radicali pronti a portare Putin all'Aja con una petizione
I radicali attaccano la Russia di Putin dopo i fatti di Bucha. In una nota il segretario Massimiliano Iervolino, la tesoriera Giulia Crivellini e il presidente Igor Boni scrivono: "Quanto scoperto a Bucha testimonia quello che diciamo da vent’anni: Putin è un terrorista. Bisogna sostenere al massimo il delicato lavoro della Corte Penale Internazionale nell’acquisizione delle prove e nella messa in sicurezza dei testimoni".
I radicali ripercorrono le azioni della Russia in Cecenia di venti anni fa: "Il regime russo si regge grazie al sistematico uso di metodi terroristici. Già durante la seconda guerra cecena, l’allora segretario radicale Olivier Dupuis denunciava che occorreva battersi contro due terrorismi che si alimentavano reciprocamente: quello dei fondamentalisti islamici e quello di Putin, che mise a ferro e fuoco la Cecenia per poi abbandonarla nelle mani del dittatore terrorista Ramzan Kadyrov".
I radicali chiedono poi di far processare Putin dalla Corte Penale Internazionale e con l'invito ai governi europei a firmare l'appello 'Putin all'Aja': "Occorre sostenere al massimo, da subito, il lavoro della Corte Penale Internazionale, che ha già aperto un’inchiesta in Ucraina. La Corte deve essere messa in grado di acquisire le prove e di mettere in sicurezza i testimoni a Bucha, prima che l’evoluzione del conflitto pregiudichi tale possibilità". I radicali chiedono ai governi europei lo stanziamento di fondi straordinari per la Corte e invitano i cittadini a firmare l'appello 'Putin all’Aja', disponibile in sette lingue sul sito radicali.it.
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