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Il Covid ai titoli di coda

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Lo annuncia Guido Rasi, del team di Figliuolo: "A marzo fine delle quarantene". Il countdown verso la normalità è cominciato?

Resistere. Resistere. Resistere. Ormai pare questo il grido che si leva dai medici attorno e fuori il Governo. Poi, dal 31 marzo libertà vigilata. O, meglio, dal 1° aprile, che detta tra noi come data per cominciare una nuova vita dopo due anni di sofferenze, amarezze, restrizioni, burocrazia kafkiana non è proprio il massimo.

La quarantena per i vaccinati? "In pensione fra tre settimane". La Dad a scuola? "Probabilmente non ha più senso, ma che almeno non duri più di 5 giorni". Così Guido Rasi già direttore generale dell'Ema e ora consigliere di Figliuolo, in un'intervista su 'La Stampa'. Quindi, siamo ai titoli di coda dell'epidemia? "Solo per scaramanzia dico che è possibile, ma sì, tutto sta andando verso quella direzione - risponde - Il rischio di nuove varianti in grado di generare nuove ondate è però insito nel fatto che nel mondo abbiamo ancora 2 milioni di infezioni al giorno. E il problema è la disomogeneità territoriale dei contagi. Se in Europa occidentale siamo intorno al 90% di vaccinati, ad Est abbiano aree al 40%. E se restano sacche così grandi dove il virus può facilmente circolare è difficile che non muti e non arrivi anche in altri Paesi. A meno che non ci isoli dal resto del mondo. Cosa insostenibile socialmente ed economicamente".

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Omicron però insegna che alla lunga le mutazioni diventano più benevole. "Non è scritto nella pietra ma se andiamo a ripercorrere la storia evoluzionistica dei virus vediamo che per sopravvivere tendono a salvaguardare l'organismo che li ospita. Quindi è altamente probabile che eventuali nuove ondate spinte da ulteriori mutazioni non generino più un vero allarme sanitario. Ma per non correre rischi dobbiamo favorire la vaccinazione nel resto del mondo - ricorda Rasi - E quello dei brevetti è un falso problema. Abbiamo milioni di vaccini scaduti perché in certi Paesi manca persino la corrente per alimentare i frigo. Giorni fa la Gavi Alliance, l'ente di cooperazione mondiale per la diffusione dei vaccini nei Paesi poveri, ha detto non dateci più fiale ma soldi per trasportarle, conservarle e pagare chi deve somministrarle. In molte parti del mondo servirebbero tanti Figliuolo".

Se questa è il quadro, quando potremo tornare alla normalità? "Sempre con la dovuta scaramanzia, se il trend continua così credo che a inizio marzo potremo andare a tappe verso la normalizzazione e arrivare a un'estate quasi tranquilla", suggerisce.

Le Regioni e non solo loro chiedono di abrogare da subito la quarantena per i vaccinati. E una fuga in avanti o si può fare? "Anche con il booster un positivo può trasmettere il virus. Quindi con questa circolazione virale ancora elevata direi di no. Ma fra tre settimane sì. Intanto da subito direi che con tre dosi di vaccino si può evitare del tutto l'autosorveglianza e ridurre a 7 giorni l'isolamento dei ragazzi positivi nelle scuole, che oggi contrariamente al resto della popolazione ne fanno 10", avverte Rasi.

Ha ancora senso imporre a scuola la Dad per chi ha avuto contatti stretti ed è vaccinato? "Probabilmente no perché i casi sono ormai così tanti che è come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Ma al massimo la Dad dovrebbe durare 5 giorni", precisa.

Come si spiegano così tanti morti in Italia rispetto al resto d'Europa? "Non si spiegano e invece una causa dovremmo cercare di individuarla. Perché è indubbio che in alcuni contesti il sistema di assistenza ha scricchiolato. Poiché la mortalità varia molto da ospedale a ospedale e da regione a regione, dovremmo andare a vedere dove le cose sono andate meglio quali protocolli terapeutici sono stati adottati e quali criteri si sono seguiti per trasferire i pazienti nelle terapie intensive. Resta il fatto - rimarca - che i monoclonali si sono usati poco, appena 40-50 mila trattamenti su oltre 11 milioni di contagi. Bisogna fornire ai medici parametri chiari su quando vanno adottati e favorirne la somministrazione a casa o in ambulatorio. Dobbiamo fare i compiti a casa per non ripetere ora gli stessi errori con gli antivirali, che però sono partiti bene".

 

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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