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Sul RdC gli italiani dànno ragione al governo

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Il 63% degli italiani è d’accordo ad una revisione restrittiva del reddito di cittadinanza, perché finalmente consente di allineare il sussidio

“Il 63% degli italiani è d’accordo ad una revisione restrittiva del reddito di cittadinanza, perché finalmente consente di allineare il sussidio a quello che sarebbe dovuto essere il suo spirito di fondo originario, ovvero sostenere chi si trova effettivamente nella condizione di non poter lavorare, piuttosto che foraggiare chi, come purtroppo accaduto molto frequentemente, beneficiando del RdC ha preferito rimanere nella condizione di inoccupato, quando ancor peggio non ha in qualche modo alimentato il lavoro in nero” . Così Roberto Capobianco, Presidente Nazionale di Conflavoro PMI, commenta i dati diffusi questa mattina riferiti all’analisi condotta dall’Istituto Demoscopico Noto Sondaggi per Affaritaliani.it, secondo cui il restyling del reddito di cittadinanza operato dal Governo, che prenderà forma nel DL Lavoro che dovrebbe essere approvato domani dal Consiglio dei Ministri, genera consenso tra gli italiani. Solo al Sud, secondo lo studio, la percentuale del consenso scende al 53%, mentre i votanti M5S sono gli unici che si dichiarano in maggioranza contrari (52%).

“Conflavoro PMI per molto tempo ha sottolineato la necessità di un profondo cambiamento della misura del RdC, per far si che diventasse una vera misura di sostegno all’inserimento nel mondo del lavoro, ma per chi un lavoro non ce l’ha ed è perfettamente nelle condizioni di poterlo ottenere e gestire, potendo concretamente liberare risorse a favore delle imprese. Siamo lieti di riscontrare che finalmente, con l’impostazione data dal nostro Governo al nuovo Assegno di inclusione, siamo in grado di rispettare questo indirizzo, e il risultato del sondaggio dimostra che anche gli italiani riconoscono e apprezzano il cambio di rotta. Molto bene anche l’identificazione chiara e circoscritta della platea di beneficiari, che insieme alla previsione del percorso personalizzato di inclusione e al sistema dei controlli ispettivi e delle sanzioni - continua Capobianco - consentiranno di rendere l’erogazione di questa misura più efficiente e di scongiurare le truffe”.

Un’innovazione importante arriva poi dalla creazione del SIISL, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa istituito presso il Ministero del Lavoro, che consentendo l’interoperabilità di tutte le piattaforme digitali dei soggetti accreditati al sistema sociale e del lavoro che concorrono alle finalità del sussidio di inclusione, permetterà di strutturare meglio la corrispondenza tra domanda ed offerta di lavoro che riguarderà la platea di beneficiari e di effettuarne un monitoraggio, riconoscendo finalmente la dovuta importanza anche alla costruzione delle competenze, dal momento che potrà essere utilizzata anche per i percorsi di formazione legati alla realizzazione di misure di politiche attive”.

“Era necessario che le risorse venissero meglio adattate alle vere esigenze delle imprese, anche in termini di formazione dei potenziali lavoratori disponibili - conclude Capobianco - Adesso, anche attraverso la previsione degli incentivi alle imprese che assumeranno i percettori dell’assegno di inclusione (sgravi contributivi al 100% per 12 mesi ) il Ministro del Lavoro Calderone sta dimostrando di essere attenta alle esigenze sociali e lavorative della nostra collettività, supportando sia i cittadini che le imprese. Il Governo è dunque sulla strada giusta per poter potenziare gli interventi necessari a dare una spinta propulsiva al nostro mercato del lavoro e alla crescita delle nostre imprese, che ci aspettiamo di trovare nei prossimi interventi che verranno messi in campo”.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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