Superbonus: va superato l'impasse della cessione dei crediti
Questo sta creando gravi problemi ai cittadini, alle società titolari dei lavori e ai professionisti
Nelle ultime ore il Governo è alle prese con le possibili modifiche del Superbonus, in particolare nell’ambito della conversione del Decreto Aiuti-quater. Sul tavolo il possibile rinvio della scadenza per ottenere il bonus del 110% e soprattutto i provvedimenti per sbloccare la questione dei crediti che tanti problemi sta causando ai cittadini e alle società che eseguono i lavori.
La Rete professioni tecniche ha denunciato da tempo il fatto che i limiti e le modalità di gestione dei crediti di imposta generati dai lavori svolti con lo strumento del Superbonus ha generato delle oggettive limitazioni all’utilizzo dello strumento in questione, con svantaggi sia per il comparto economico rappresentato dalla filiera delle costruzioni sia per il Sistema-Paese in generale sia, in ultima analisi, alla qualità delle edificazioni.
Il sistema virtuoso delle cessioni dei crediti, inoltre, è stato influenzato fortemente dal comportamento dei General contractors', istituti di credito o i gruppi bancari e finanziari che, disorientati dai continui interventi legislativi, si sono mostrati più cauti nel garantire l’acquisizione del credito. Questa progressiva sfiducia nella possibilità di assorbire i crediti ha di fatto rallentato il sistema e le procedure.
Al fine di migliorare e facilitare la gestione della circolazione dei crediti la Rpt ha fatto diverse proposte. 1) Possibilità, per gli operatori abilitati di offrire i crediti fiscali acquisiti anche ai propri clienti correntisti, privati o professionali, consentendo altresì, agli operatori ma anche ai correntisti, di modulare il lasso temporale di utilizzo di tali crediti, anche con clausole che consentano di recuperare quelli non ceduti nel periodo corrispondente.
2) Possibilità, per gli enti previdenziali ordinistici, di svolgere sia una funzione di garanzia nella cessione dei crediti che di acquisizione dei medesimi se maturati dai professionisti iscritti.
3) Realizzazione di una piattaforma unica di controllo nelle varie fasi della cessione dei crediti, che eviti il ricorso ad entità finanziarie, società Advisor ed assimilate che, oltre a generare degli extra-costi non necessari, spesso assumono una funzione impropria atta a ritardare se non a bloccare la cessione e quindi il funzionamento del meccanismo.
4) Meccanismi di incentivazione fiscale che possano calmierare i costi delle cessioni, evitando improprie speculazioni da parti di soggetti.
5) Valorizzazione dei pareri della Commissione di monitoraggio, ampliandone la funzione soprattutto per gli aspetti tecnici-esecutivi.
6) Norme che disciplinino i general contractor chiarendone i ruoli, i limiti e le responsabilità anche a tutela delle imprese e dei professionisti che sugli stessi fanno sempre più affidamento.
Inoltre, poiché la fruizione diretta da parte dei committenti non costituisce lo strumento principale per il finanziamento del Superbonus, per l’evidente ragione che i committenti tipo non sono caratterizzati da debiti fiscali significativi, tali da rendere appetibile la compensazione degli stessi, la Rpt propone: possibilità di fruire del credito non utilizzato nel singolo anno fiscale anche negli anni successivi; previsione di un incentivo che consenta di gestire gli eventuali condomini incapienti che in molte ipotesi bloccano di fatto gli interventi in difetto di sufficiente credito di imposta.
Più in generale, la Rpt ritiene questa l’occasione giusta per riorganizzare i vari bonus, anche prevedendo per gli incentivi percentuali più basse, ma rendendoli strutturali e spalmati su un periodo medio-lungo.
I professionisti tecnici, inoltre, invitano ad affrontare in maniera decisa anche il tema della sicurezza degli edifici attraverso l’introduzione del Fascicolo del fabbricato.
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