Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

L'Italia nella morsa dei reati ambientali

Montagne di rifiuti in strada

Anche nel 2024, per il secondo anno consecutivo, i reati ambientali accertati nel nostro Paese sono cresciuti in doppia cifra, esattamente del 14,4%.

La progressione è impressionante. Anche nel 2024, per il secondo anno consecutivo, i reati ambientali accertati nel nostro Paese sono cresciuti in doppia cifra, esattamente del 14,4%. E sfondano il muro dei 40 mila illeciti penali: ben 40.590, alla media di 111,2 reati al giorno, 4,6 ogni ora. Aumentano le persone denunciate, 37.186 (+7,8% rispetto al 2023).

Aumentano le inchieste sui fenomeni corruttivi negli appalti di carattere ambientale che vanno dalla realizzazione di opere pubbliche alla gestione di servizi, come quelli dei rifiuti urbani e la depurazione, passando per la concessione di autorizzazioni ambientali alle imprese. 88 quelle censite da Legambiente dal 1° maggio 2024 al 30 aprile 2025, (+17,3% rispetto al 2023), 862 le persone denunciate, +72,4%.

Aumentano i reati contro gli animali, dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti, con 7.222 illeciti penali (+9,7%) e13.996 illeciti amministrativi (+13,9%).

Da segnalare poi l’impennata dei reati contro il patrimonio culturale (dalla ricettazione ai reati in danno del paesaggio, dagli scavi clandestini alle contraffazioni di opere): sono 2.956, + 23,4% rispetto al 2023.

La filiera in cui continua a concentrarsi il maggior numero di reati è quella del cemento, dall’abusivismo edilizio alla cave illegali fino ai reati connessi agli appalti per opere pubbliche: 13.621 quelli accertati nel 2024, con una crescita del +4,7% rispetto al 2023, pari al 33,6% del totale. Prosegue l’incremento dei reati nel ciclo dei rifiuti, dalle discariche abusive ai traffici illeciti, che sono stati 11.166, con una crescita del 19,9%, dopo quella impressionante del 66,1% registrata nel 2023.

Le attività criminali contro l’ambiente, il saccheggio del patrimonio culturale, le filiere illecite dell’agroalimentare, lo sfruttamento illegale di animali e specie protette, insieme alla corruzione hanno consentito di accumulare profitti illeciti stimati in 9,3 miliardi di euro (+0,5 miliardi rispetto al 2023), per un fatturato illecito, dal 1995 al 2024, pari a 269,1 miliardi di euro.

Numeri che fanno tremare e che sono solo un assaggio di quanto racconta il rapporto Ecomafia 2025. Anche quest’anno, tutte le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno arricchito il loro contributo al rapporto Ecomafia consentendoci di analizzare in profondità l’aggressione all’ambiente nel nostro Paese. Conoscere, più da vicino, le modalità con cui agiscono ecocriminali ed ecomafiosi, l’evoluzione delle loro “strategie”, le collusioni che ne alimentano gli affari e soprattutto le conseguenze.

Leggere ogni anno il racconto, dettagliato, di quello che scoprono, con il loro impegno quotidiano, donne e uomini che si dedicano con passione alla tutela dell’ambiente, della salute delle persone e della buona economia fa emergere l’arroganza, la vera e propria protervia, il disprezzo assoluto di ogni regola da parte di chi, per accumulare profitti a ogni costo, cancella boschi, inquina fiumi, avvelena territori, distrugge aree archeologiche, uccide animali protetti, spaccia pesticidi illegali. Singoli individui, organizzazioni criminali, clan, politici corrotti, imprenditori senza scrupoli convinti di poter agire nell’assoluta impunità.

E che invece, fortunatamente, sono sempre più spesso al centro delle inchieste giudiziarie rese finalmente possibili grazie a quella riforma di civiltà approvata nel 2015, con cui sono stati introdotti i delitti contro l’ambiente nel nostro Codice penale.

Se quella riforma fosse arrivata prima, anche la delicatissima inchiesta in cui era impegnato il capitano di fregata Natale De Grazia, sui traffici illegali di rifiuti radioattivi e gli affondamenti sospetti di navi nel Mediterraneo, avrebbe avuto molto probabilmente sviluppi diversi. Alla sua memoria, nel trentennale di una morte su cui continuiamo a chiedere verità e giustizia, è dedicato quest’anno il Rapporto Ecomafia.

14 Luglio
Autore
G. C.

Commenti