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La maternità surrogata? Una pratica razzista

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Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, dura sulla questione: "La maternità surrogata in Italia è un reato, ma non viene perseguito"

"La maternità surrogata in Italia è un reato, ma non viene perseguito. Le leggi in Italia ci sono e sono chiare. E, come hanno spiegato recenti sentenze ai massimi livelli della giurisdizione italiana, non comportano per i bambini la negazione di alcun diritto. Anzi, l'ultima sentenza della Cassazione in materia, afferma con chiarezza che la richiesta della trascrizione automatica non tutela il migliore interesse del bambino, ma solo quello dell'adulto, il partner del genitore biologico. Ritengo che i sindaci sappiano tutto questo, e mi aspetto che chi ha responsabilita' politiche e amministrative rispetti la legge e le sentenze". Lo ha affermato Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità in un'intervista al quotidiano 'Il Messaggero'.

"In Italia, non e' vietato soltanto l'utero in affitto, ma anche la sua propaganda. Anche chi offre questo tipo di 'servizi', dunque, nel nostro Paese commette un illecito penale - ha sottolineato Roccella - in Italia ai bambini non è negato nessun diritto. Tutti i minori nel nostro Paese vengono trattati allo stesso modo. Innanzi tutto, il genitore biologico può immediatamente registrare il bambino, che da quel momento gode di tutti i diritti. Quanto al rapporto con il partner del genitore biologico, la soluzione l'ha indicata la Cassazione a sezioni unite: l'adozione in casi particolari, molto più semplice e veloce dell'adozione classica. E, come stabilito dalla Corte Costituzionale, perfettamente idonea ad assicurare al bambino giuridicamente un contesto parentale completo".

"Temo che chi dice queste cose voglia solo aprire una breccia nel divieto. L'utero in affitto e' a tutti gli effetti una pratica commerciale: ci sono fiere internazionali, cataloghi per scegliere l'ovocita in base ai caratteri genetici (non è razzismo questo?), criteri diversi per scegliere la donna che dovrà portare in grembo il bambino. Alcuni, per camuffare questa orrenda realtà, parlano di rimborso spese invece che di compenso. Ma la sostanza non cambia: si tratta di un commercio della maternità, che umilia le donne e priva i bambini, questo si!, di diritti fondamentali, cancellando un genitore biologico, ha concluso Roccella.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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