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Il Paese ostaggio di una politica irresponsabile

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Unimpresa attacca i parlamentari per le trattative del Quirinale. Renzi: "Oggi non chiuderemo". Salvini: "Draghi resti dov'è"

Anche oggi in Parlamento non ci sarà la fumata bianca. Lo si evince dalle trattative già in corso e dalle parole di Matteo Renzi, leader di Iv, e dal ledaer Salvini della Lega.

"Credo che oggi il centrodestra lascerà passare un altro giro, facendo un tentativo di bandiera e poi domani dovrà scendere a più miti consigli. Non credo che si chiuderà oggi ma domani. Credo che anche oggi sarà un'altra giornata persa" ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, esprimendo su Radio Leopolda un parere sulla possibile conclusione della complessa partita per eleggere il presidente della Repubblica, giunta oggi al quarto passaggio.

"Ci sono venti di guerra, una situazione difficile, penso quindi che Draghi è prezioso dove è, a Palazzo Chigi" dice Matteo Salvini, entrando al vertice del centrodestra. "No a giochini con il premier". 

Mentre però sono in corso le trattative per eleggere il successore di Mattarella, il mondo dell'impresa sbotta e attacca. "Una politica irresponsabile, incapace di decidere nel vero interesse dei cittadini e delle imprese, sta tenendo il Paese in ostaggio e corre il rischio di protrarre a lungo una pericolosa impasse istituzionale. La scelta e l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica deve arrivare in pochissimi giorni. L’Italia è fiaccata da due anni di emergenza sanitaria che si è trasformata in catastrofe economica e questa attesa potrebbe pregiudicare seriamente il percorso di ripresa faticosamente avviato dal governo guidato da Mario Draghi" dichiara il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi.

 

"Non mi sorprendono le manovre e le strategie dei partiti, quanto il constatare la totale assenza di visione. Prevalgono, purtroppo, meri interessi personali e si stanno calpestando le reali necessità della collettività: il 2022 è un anno cruciale per la nostra economia, non solo perché dobbiamo incassare 40 miliardi di euro dall’Unione europea nell’ambito del Recovery Fund, ma soprattutto perché va confermata la crescita del prodotto interno lordo, con le previsioni già riviste al ribasso da alcune importanti istituzioni internazionali", aggiunge Longobardi. Secondo il presidente onorario di Unimpresa, "la complessità a cui fanno riferimento alcuni leader di partito non è reale, ma è soltanto il tentativo di trovare una giustificazione volta ad attenuare la pessima figura che il Parlamento e tutti i Grandi elettori stanno facendo di fronte al Paese".

 

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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