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L'italiano Sanderra primo a Malta col suo Hibernians

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Stefano Sanderra ha centrato 4 vittorie in altrettante giornate in Premier League. Storia di un allenatore che ha girato tanto in C ed è felice a Malta da 4 stagioni

Certo, non è l’Italia. Ma è sempre serie A, anzi Premier League. E questo ti permette anche di confrontarti con l’Europa. 
Di stimoli diversi è sempre andato in cerca e se oggi un globetrotter della panchina della serie C italiana come Stefano Sanderra ha piantato le radici a Malta una ragione dovrà pur esserci. Romano, classe 67, dopo tanta C italiana (L'Aquila, Frosinone, Messina, Latina, Potenza, Gela, Catanzaro, Samb) Sanderra è l’allenatore da quattro stagioni dell’Hibernians, la squadra della città di Paola, che è stata sempre là per tornare a brindare a fine stagione col titolo ma prima i rigori glielo hanno impedito (2018-19) poi il Covid ha frenato ogni velleità di rimonta, ma stavolta Sanderra non scherza: quattro vittorie di fila in altrettante giornate e l’ambizione di rimanerci lassù in vetta. 
Pronti e via e il suo credo tattico nel tempo rinnovato (3-5-2 dopo tanto 4-3-3) stavolta miete maggiori risultati, testimoniato dalla vetta solitaria dopo quattro turni e dall’attacco più prolifico (11 reti). Forse brucia ancora il titolo perso ai rigori nella prima stagione dopo una rimonta pazzesca a vantaggio degli eterni rivali del Valletta, mentre le due stagioni successive per l’emergenza sanitaria la Federazione ha deciso di premiare chi in quel momento era in testa, come il Floriana e l’Hamrun Spartans, con l’Hibernians lì a un passo. Poco male, la bellezza delle stagioni è che le chance ai nastri di partenza tornano uguali per tutti, come i sogni. Intanto, Sanderra si accontenta di essere stato premiato per tre stagioni come miglior allenatore del campionato, “ma ci tengo a sottolineare che per tre anni di fila siamo stata l’unica squadra sempre qualificata per le competizioni europee: e questa è stata una grande soddisfazione” sorride. 
Non lo ammette Sanderra, ma il suo divertimento è girarsi l’Europa. In questa stagione, poi, ha esordito nei preliminari di Champions League in luglio e poco importa se il Flora Tallinn ha concesso poco. Spedito in Conference League, l’Hibernians ha dapprima superato la Folgore, una volenterosa squadra di San Marino, per poi cadere ai supplementari con gli estoni del Riga, “beffati al 90’, costretti all’over time, un cartellino rosso non condivisibile, una rete annullata che se fosse passato alla Var ci avrebbe concesso di andare al turno successivo: ammetto che l’arbitraggio è stato poco felice” racconta. La polemica seppure sottile resta italiana, ma Sanderra è uomo di sport e anche di lettere (nel 2017 ha esordito come autore ne ‘La vera anima dell’allenatore’, riflessioni, commenti e ricordi legati al mondo di un calcio periferico alla serie A italiana ma genuino) e per questo guarda al sodo. “L’Italia non mi manca, anche perché logisticamente l’isola è vicina e quindi posso facilmente ricongiungermi con la famiglia. Qui ho le chiavi dello spogliatoio e la piena fiducia del presidente, posso facilmente gestire ogni situazione e lo stress della partita è qualcosa che ormai ho dimenticato: non c’è ritiro prepartita e allo stadio si va qualche ora prima. E quando si perde il dramma non c’è, tant’è che i giornali non premono…” sorride. Volitivo, serio, meticoloso, Sanderra si è sempre definito “un allenatore che cerca l’arricchimento culturale prima che calcistico dei propri giocatori, cosa che può avvenire solo in presenza di un dialogo franco e diretto, senza terze persone a interferire. Resto convinto che gli uomini vengono prima dei calciatori e dei moduli, che sono solo mezzi per ottenere il massimo al servizio della squadra”, tant’è che un suo fedelissimo in campo è Andrei Agius, capitano della Nazionale maltese, perno difensivo del suo Latina che nel 2013 vinse il campionato di C approdando per la prima volta nella sua storia in serie B.
Sanderra non ha nostalgia del calcio italiano, “ho riposto nel cassetto i sogni che nutrivo ma continuo a vivere una vittoria con la stessa gioia e intensità. Malta è un’isola ricca di storia e fascino, ma anche di contrasti tra vecchio e nuovo. Nel tempo libero visito e giro l’isola in lungo e largo, oltre a godermi il mare e la lettura, mia altra grande passione”. 
Sull’isola che nell’ottobre 2017 fu funestata dall’omicidio di Stato della giornalista Daphne Caruana Galizia l’andamento della vita è lento. Il calcio è però seguito con passione, “ma qui è una festa, in Italia andare ad assistere a una partita era diventata una guerra. No, non sono pentito di questa scelta, perché qui ho trovato società pronte a programmare con serietà. E se proprio dovessi andare via dall’isola, be’, mi auguro che sia verso un’altra destinazione che non sia l’Italia”. 
 
3 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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