Sarri e quel dono della sintesi per creare clamore
Quando domina quel responsabilità di disinformazione di noi organi della comunicazione in nome della sintesi e in nome del titolo roboante.
219mila contagi ieri, 198 morti. Quasi 7 milioni di contagiati da inizio pandemia e 138mila morti. In Italia. E Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, nella classica conferenza stampa del postgara di ieri lancia una provocazione, che ovviamente riguarda nello specifico il suo mondo ma abbraccia tutto il villaggio globale. “Ci dicano se il Covid è pericoloso o è una semplice influenza” titolavano ieri siti web importanti, che letta così viene istintivo chiedere se Sarri finora ha vissuto in una bolla su un atollo personalizzato incastonato in una paradisiaca laguna blu. E invece quella che appare una frase superficiale in realtà nasconde qualcosa di più strutturato: “Siamo in mano alle decisioni di 20 regioni e quello che è un focolaio per uno non lo è per l’altro. Se lo è si fa un lockdown e si ferma il calcio, sennò si declassa a semplice influenza”. E qui c’è una buona dose di responsabilità di disinformazione di noi organi della comunicazione in nome della sintesi e in nome del titolo roboante. E in un momento del genere non è (mai) il caso: il senso della responsabilità resta la nostra migliore arma.
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