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L'Ucraina tra la conferenza della pace e la guerra che infuria

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A giugno la riunione per la pace mentre infuriano gli attacchi russi. Gli Usa acconsentono all'uso delle armi contro Putin

Il sostegno a Kiev "non può e non deve tradursi, come è sempre stato chiaro, in un ingresso diretto dell’Ue in guerra con la Russia. L'Ue deve avere una sua autonomia strategica e lo sforzo deve essere tutto orientato a sostenere la conferenza di pace in Svizzera di metà giugno, non a creare ulteriori escalation". Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein, intervistata dal Corriere della Sera, riferendosi alle parole del segretario della Nato, Jens Stoltenberg che ipotizza che l’Ucraina possa usare le armi della Nato per colpire in Russia.

Nella guerra in corso in Ucraina "il numero di persone uccise durante le azioni militari sta aumentando su entrambi i fronti, se si può chiamare azione militare bombardare un supermercato quando è pieno di gente. L'attacco ad un centro commerciale di Kharkiv sabato scorso è un altro esempio di crimini di guerra e atrocità commesse dalla Russia". Lo dice l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles.

"Credo che alla fine la Casa Bianca lascerà che l’Ucraina usi le armi Nato per colpire limitati, specifici obiettivi militari in territorio russo, come chiede il segretario dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. È necessario per fermare la ritirata di Kiev: la direzione della guerra è cambiata in favore di Mosca. Mi pare improbabile la riconquista militare dei territori occupati dai soldati di Putin. Credo che per l’Ucraina sia venuto il momento di rivedere la sua strategia, in collaborazione con gli alleati". Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera Charles Kupchan, esperto di politica estera del Council on Foreign Relations, docente universitario, ex consigliere di Obama per gli affari europei negli anni da presidente.

"Se dovessi dare un consiglio a Biden - spiega Kupchan - gli proporrei di chiedere al presidente Zelensky due cose: in primo luogo, di usare i rifornimenti bellici che finalmente arriveranno per fortificare le linee difensive: è molto più urgente difendersi da nuovi attacchi che pianificare controffensive. In secondo luogo, di definire una visione di lungo periodo nella quale ci si concentra nel garantire la tenuta di quell’ 80% dell’Ucraina che non è stato occupato dai russi, in condizioni di sicurezza, garanzie democratiche, legame stretto con l’Europa. Rinviando a una fase successiva le questioni riguardanti le province nelle mani dal Cremlino".

"Non credo prenderanno Kharkiv - dice ancora l'ex consigliere di Obama - È una città molto grande, servirebbe un enorme impegno di forze. La pressione su questo fronte serve a costringere gli ucraini a spostare forse dal Donbass per proteggere il nordovest dell’Ucraina: così Putin potrà realizzare nuove conquiste da Lugansk a Donetsk. Cioè nelle province che, nella sua testa, fanno parte della Grande Russia. Gli aiuti militari arriveranno e saranno molto utili: tank, missili, anche gli F-16. Ma ci vorrà tempo per schierarli e l’Ucraina è ormai anche a corto di soldati: i prossimi mesi saranno cruciali".

27 Maggio
Autore
Claudio Mascagni

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