Sempre più giovani che commettono reati contro le donne
"Prima la nostra utenza era solo adulta, ora abbiamo anche giovani e gruppi rivolti a minorenni che hanno compiuto reati sessuali"
"Prima la nostra utenza era solo adulta, ora abbiamo anche giovani e gruppi rivolti a minorenni che hanno compiuto reati sessuali. C'è un enorme tema dell'educazione all'affettività e alla sessualità sulla quale non si fa niente, si è completamente inadempienti rispetto ai bisogni dei ragazzi". Lo afferma Alessandra Pauncz, presidente del Centro Ascolto Uomini Maltrattanti (Cam) di Firenze e presidente dell'associazione 'Relive – Rete nazionale Centri per autori di violenza'.
Ormai è diventato l'argomento nazionale. Se da un lato la società 'abdica' al dovere di educare i ragazzi su questi temi, dall'altro i giovani "hanno sempre più in mano cellulari, accesso a internet senza controllo dell'adulto e accesso al porno - sottolinea - ma questo è un modo perverso di educarsi al tema e non include il consenso. Ci vuole una comunità educante e vanno educate anche le famiglie perché hanno bisogno di strumenti". Secondo la presidente dell'associazione 'Relive' "è necessario un cambio di passo culturale e sociale. Un cambiamento che metta finalmente in luce che la violenza maschile contro le donne è un problema degli uomini. La prevenzione va fatta nelle scuole, ma non solo, va fatta negli spazi in cui ci sono attività maschili come ad esempio le squadre sportive. Servono corsi di preparazione alla nascita anche per i papà non solo per le mamme: noi abbiamo fatto incontri con i papà proprio perché la violenza si aggrava con la nascita dei figli e quindi il problema va intercettato a monte".
Il caso di Giulia Cecchettin ha scosso le coscienze e Pauncz sottolinea che "è difficile capire un femminicidio, un atto lontano e aberrante", ma spesso arriva dopo "comportamenti di controllo, che vanno a limitare la libertà di una persona, forme di violenza che non vanno normalizzate come spesso invece avviene". Di fronte a casi di cronaca così efferati gli uomini maltrattanti che si rivolgono nei centri tendono inizialmente ad additare il responsabile come "'un mostro' senza pensare che c'è una continuità tra comportamenti che poi arrivano a gesti estremi. Tutto parte da una cultura in base alla quale si pensa di avere il diritto a un servizio di accudimento dalle donne in generale".
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