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La Siria terremotata lancia l'anatema contro l'Occidente

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La disperazione del parroco d'Aleppo e l'intervento dell'Oms per soccorrere gli sfollati mettendo da parte la politica

Sono più di 2660 i morti confermati in Siria nelle zone maggiormente colpite dal terremoto. Il bilancio delle vittime aggiornato emerge da quello fornito dall'agenzia di stampa Sana, e quindi dal regime di Damasco, e dai Caschi bianchi che si occupano di prestare soccorso nelle zone del nordovest che sono sotto il controllo dell'opposizione.

Il ministero della Sanità siriano ha detto che è salito a 1.262 il numero dei morti, mentre sono 2.285 le persone che sono rimaste ferite. I Caschi bianchi, invece, riferiscono di oltre 1.400 decessi e 2.700 feriti.

E' ''una situazione drammatica'', una ''sofferenza immane'' quella che sta vivendo la popolazione siriana colpita dal terremoto che ha scosso la parte settentrionale del Paese. ''Una sofferenza che si aggiunge alla già lunga sofferenza del popolo siriano'' e che, ''in questo momento'' dovrebbe portare a ''togliere, o almeno sospendere le sanzioni contro la Siria. Perché non conducono a una soluzione politica, ma aggravano la sofferenza della gente''. E' l'appello rivolto da padre Bahjat Elia Karakach, parroco francescano della comunità latina ad Aleppo, che poi denuncia "la vergogna dell'Occidente che non aiuta i siriani''.

Lui ha aperto le porte alle persone colpite dal sisma, ''in parrocchia ospitiamo cinquecento persone e altre duemila sono nel collegio. Sono tutti molto spaventati perché le scosse continuano. Queste famiglie hanno paura, non possono tornare a casa e stanno temendo per il futuro''.

Il religioso accusa poi: "Qui non riceviamo aiuti internazionali, se non da qualche paese arabo e ad alleati. Tutto l'Occidente non aiuta i siriani e questo è vergognoso''.

Una situazione che, ''a lungo termine non può durare. Ora bisogna aiutare il nostro Paese a trovare una soluzione politica per andare avanti''. Padre Bahjat accoglie con favore la possibilità che arrivino aiuti dall'Italia, ''questo mi fa piacere, ma al momento non abbiamo avuto informazioni in merito dai canali ufficiali''. In ogni caso ''aspettiamo aiuti, ma il trasferimento di denaro non è così facile, anche a causa dell'embargo''.

Intanto l'Oms invia squadre di soccorritori e tre voli speciali con medicine in Siria e in Turchia, ha reso noto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus mentre il coordinatore dell'Onu per la Siria dell'Onu El-Mostafa Benlamlih sollecita i Paesi, come si legge sul Guardian, "a mettere da parte la politica per consentire di lavorare" alle organizzazioni internazionali e a tutti gli altri attori che vogliono assistere. Damasco, ha aggiunto, autorizzi l'accesso alle regioni del nord ovest della Siria colpite dal terribile terremoto di lunedì.

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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