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Qatargate: ecco gli effetti dello sportwashing

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La denuncia di Amnesty che sottolinea il lato B dei Mondiali di calcio: il forte sospetto del non denunciare i diritti umani calpestati

Il Qatargate "ci dimostra il limite estremo cui può arrivare la strategia dello sportwashing. Si pagano persone perché parlino bene di un evento sportivo continuando a tenere in ombra le gravissime violazioni dei diritti umani che si sono verificate proprio nell'organizzazione di questi Mondiali di calcio: i 6.500 lavoratori migranti morti, condizioni di lavoro equivalenti a schiavitù, salari non versati, turni di riposo negati, etc." Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia e autore del libro 'Qatar 2022, i Mondiali dello sfruttamento' (Infinito edizioni).

"A me, che ho dedicato gli ultimi 10 anni a provare a raccontare il lato B dei Mondiali del Qatar - aggiunge -, viene in mente che forse la ragione per cui quasi fino all'ultimo il tema dei diritti umani è stato ignorato è perché c'era qualcuno al Parlamento europeo che era stato pagato affinché non ne parlasse".

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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