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Strage Corinaldo: parla il marito di una delle vittime

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Paolo Curi ha perso la moglie nella strage della discoteca di Corinaldo nella notte tra il 7 e l'8 dicembre del 2018. La donna è morta insieme ad altri 5 ragazzi

“Eleonora non ce la ridà indietro nessuno, ma almeno vogliamo vedere giustizia fatta". È ciò che afferma ad AdnKronos Paolo Curi, rimasto vedovo della moglie nella tragedia avvenuta a Corinaldo l’8 dicembre 2018 in cui sono rimaste uccise 6 persone e ferite 59. L’uomo era giunto sul posto insieme alla moglie Eleonora per accompagnare una delle loro figlie al concerto di un noto rapper.

La tragedia era avvenuta a causa del panico creato da sostanze urticanti, spruzzate da alcuni ragazzi al fine di derubare le persone accecate dalla sostanza. La calca aveva fatto crollare una balaustra e precipitare nel fossato un nutrito gruppo di persone, causando la tragedia.

Secondo le autorità nel locale erano presenti circa il triplo delle persone consentite (1400 su 500 posti nel locale), e questo ha portato alla divisione del processo in due parti, una focalizzata sulla banda dello spray e una sulla sicurezza del locale.

Il doppio processo

"Sono passati già tre anni e siamo alle primissime fasi.” Ha detto Curi, nel giorno di una delle prime udienze davanti al Gup di Ancona riguardanti la sicurezza del locale.
La sentenza dello scorso anno che aveva riguardato i ragazzi responsabili della diffusione di spray urticante, aveva portato alla condanna in primo grado di sei persone, con pene dai 10 ai 12 anni.

“Le persone che ritengo colpevoli della mancanza dei nostri cari fanno la loro vita, mentre la mia e quella dei miei figli è completamente rovinata.”, ha proseguito Curi, sottolineando come non sia sufficiente, seppur adeguata, la giustizia fatta per la banda dello spray.
“io ero lì, era un locale fatiscente, privo di ogni sicurezza, sovraffollato. Le vere colpe sono qui”, ha concluso, evidenziando il fatto che con adeguate misure di sicurezza e con il rispetto della capienza del locale, l’evacuazione della discoteca sarebbe stata più agevole, come avvenuto in passato in altri locali.

Paolo Curi è rimasto da solo con quattro figli, e ha sollevato il problema dell’assistenza. “A cosa servono le istituzioni se non ad aiutare le persone?” ha sottolineato, ricordando come una volta spenti i riflettori sulla tragedia, tutti gli aiuti promessi all’inizio siano venuti meno. “All'inizio l'aiuto c'è stato, anche troppo, ma ora la nostra storia è stata un po' dimenticata".

2 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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