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Frosinone andamento lento verso la A: 0-0 col SudTirol

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Un primo tempo opaco poi negli ultimi venti minuti l'assalto finale con un ritrovato Kone ma regge la barricata tirolese

Il Frosinone non santifica la festa della promozione ma abbraccia la politica dei piccoli passi per varcare la soglia della serie A, anche perché la parte grossa è fatta. Fa 0-0 col SudTirol in uno Stirpe sovrabbondante di vessilli gialloazzurri. 

Per l’appuntamento con la serie A Grosso disegna col compasso il suo 4-3-3: Turati tra i pali, ai lati Cotali e Sampirisi, ministri della difesa Lucioni e Ravanelli, nella terra di mezzo Mazzitelli a fare da raccordo, più la qualità di Boloca, l’estro di Rohdén, poi in avanti Moro è assistito da Bidaoui e Insigne. Di contro mister Bisoli sente la necessità di invertire il momento negativo, due stop di fila hanno compromesso il cammino per la serie A diretta della squadra rivelazione del campionato, così si spiega la rigidità di come i suoi discepoli tengano la posizione in campo (4-4-2): tra i pali Poluzzi, Curto e Celli come laterali, Masiello si carica sulle spalle la difesa insieme a Zaro, la Maginot è formata da De Col, Rover, Fiordilino, Tait, ikn avanti Mazzocchi e ariete Odogwu, che veste la maglia (90) per incutere terrore agli avversari.

Maglie larghe e passo del crocierista, la mezzora scorre via pentendoci di non aver anticipato il ponte di primavera, se si pensa che le uniche emozioni (si fa per dire) sono un tiraccio (7’) e una telefonata di Mazzitelli (25’) più un posssibile penalty per i ciociari (15’), rimangiato dalla Maria Sole giacchetta nera. Per il resto, Bidaoui e Moro si dannano ma senza grande assistenza dei compagni, Mazzitelli prova a sgridare i compagni, ma manca un pizzico di impegno in più, coi tirolesi schematicamente fissi sulla scacchiera disegnata da Bisoli. Se il Frosinone non accelera il SudTirol si guarda bene dall’alzare il ritmo, facendoci chiedere spesso qual è la strategia di Bisoli, che forse s’appella all’errore avversario, come testimoniano le doppie staffilate dalla distanza di Celli e Odogwu (33’) più una rasoiata di Mazzocchi (39’). Dopo aver irretito in una palude collosa per trenta minuti gli avversari, è la squadra tirolese che sguscia fuori, ma più che per meriti propri per l’allegra svogliatezza dei padroni di casa, rei dell’attuale crisi climatica come attesta il buco dell’ozono presente nelle vie centrali. Anche se prima del tè è Moro (40’) ad avere una ghiotta occasione ma la divora spedendola tra le braccia di Poluzzi.

Altri ritmi (per fortuna) nella ripresa. Merito anche di Bisoli che si ricorda che nel calcio vince chi prova a giocare. Il SudTirol affronta la seconda parte di gara con spirito differente, forse perché intuisce della ruggine nei muscoli dei ciociari, che si beccano anche qualche fischio dei propri beniamini, accorsi in massa allo stadio per accompagnare (e festeggiare) la squadra verso la terza avventura nella massima serie. Dopo un lampo di Insigne (50’), non trascorre nemmeno un quarto d’ora che Grosso ne spedisce tre in campo: Baez per Bidaoui,  Borrelli per Moro, il platinato Kone per Rohdén. Ma paradossalmente sono gli ospiti che sfiorano il vantaggio con Rover ma Turati chiude bene sul primo palo (58’). Ma è l’ivoriano col suo look da rapper a suonare la carica: al 62’ sferra un tiro vulcanico che costringe Poluzzi a volare in angolo, poi il portiere altoatesino si veste da Uomo Ragno negando la rete al piatto di Insigne (67’), servito sempre dall’indemoniato Kone. Ormai è un assedio, i tirolesi rinuciano anche a fraseggiare, si dispongono dietro la linea della palla e quando questa scotta spazzano alla viva il parroco. Ogni idea passa per la verve di Kone, che da tuttocampista lo trovi sull’out mancino e in mezzo, coadiuvato da un risvegliato Boloca. Ma i tirolesi sembrano latini, sparacchiano appena scorgono il pallone, perdono secondi, Poluzzi è afflitto da guai muscolari ogni volta che respira, Bisoli in panca urla, smanaccia l’aria, incita i suoi a non mollare. Il Frosinone ci mette cattiveria e convinzione, ma colleziona mischie furibonde in area e solo angoli. Epilogo scontato, è 0-0. La serie A è lì, non sfuggirà, ma intanto il Genoa ha tirato fuori gli artigli.

22 Aprile
Autore
Gian Luca Campagna

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