L'Iran dichiara vittoria contro Israele
Intanto il ministro degli esteri Tajani interviene sulla non partecipazione dell'Italia sul raid in Mar Rosso contro gli Houthi
"Il regime sionista e i suoi sostenitori sono stati sconfitti". Lo ha dichiarato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, in un discorso pronunciato a 100 giorni dalla strage di Hamas del 7 ottobre e dall'inizio della guerra israeliana a Gaza.
Intervenendo a un evento che cita il nome dell'operazione di Hamas nello Stato ebraico ed intitolato 'Il Diluvio di Al-Aqsa e il risveglio della coscienza umana", il presidente iraniano ha attribuito all'Iran il merito di aver reso la questione palestinese "la questione più importante nel mondo islamico" e ha lodato la Repubblica islamica per aver guidato la lotta contro Israele.
"La resistenza della nazione iraniana ha dato i suoi frutti", ha detto, precisando che "i palestinesi, di propria iniziativa, sono passati da una guerra con pietre a una guerra con missili e droni".
"Nessuna pressione" è stata fatta all'Italia perché partecipasse all'offensiva militare di Stati Uniti e Gran Bretagna contro gli Houthi nello Yemen. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un'intervista al Corriere della Sera. "Noi abbiamo sottoscritto la dichiarazione politica sulla sicurezza nel Mar Rosso, che è la più importante e che la Francia ad esempio non ha firmato, ma non abbiamo sottoscritto quella sugli interventi armati offensivi: una scelta da una parte obbligata, visto che ci vorrebbe prima un passaggio parlamentare, secondo la nostra Costituzione - ha spiegato Tajani - dall'altro frutto di una convinzione politica, condivisa sia con il presidente del Consiglio, con il ministro Crosetto e con le nostre forze armate: c'è il rischio di un'escalation che vogliamo assolutamente evitare".
Confermando che l'Italia è stata informata del raid "con molte ore di anticipo, visto che siamo alleati e che abbiamo una nave militare nelle stesse acque", Tajani ha evidenziato che "finora abbiamo dato soltanto il nostro sostegno politico, non militare, se con questa parola si intende l'uso offensivo della forza pianificato a fini deterrenti" e gli americani "sono perfettamente consapevoli della nostra posizione".
Il titolare della Farnesina si è quindi detto favorevole "a una missione europea allargata, più strutturata" e "abbiamo chiesto al commissario Borrell di mettere all'ordine del giorno proprio questo argomento. Una missione europea diversa da quella attuale, anche con regole di ingaggio diverse, cui parteciperebbe anche la Francia, è un obiettivo di breve periodo". Ma, ha precisato Tajani, regole di ingaggio diverse significa "allargare il raggio di azione geografica e di risposta delle navi militari europee, ma ci vuole sempre un'intesa a Bruxelles, con tutta una serie di accordi tecnici successivi. Se si trattasse di azioni militari mirate occorrerebbe l'autorizzazione del nostro Parlamento, ma bisogna andare con ordine e non prevediamo al momento che questo avvenga".
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