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La situazione degli italiani in Niger

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''In Niger la situazione è in fase di evoluzione'' e ''l'Italia non è nel mirino''. Lo ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani

''In Niger la situazione è in fase di evoluzione'' e ''l'Italia non è nel mirino''. Lo ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in una intervista a La Repubblica, dicendosi ''favorevole a qualsiasi tentativo diplomatico per trovare un accordo e per questo abbiamo tenuto aperta l'ambasciata a Niamey, e anzi la nostra ambasciatrice è rientrata in sede. Deve essere ripristinata la democrazia''. Per farlo, spiega, ''vogliamo che siano individuate soluzioni pacifiche. Siamo sempre stati contrari anche all’ipotesi di qualsiasi intervento militare europeo''.

Tajani ricorda che ''non tutti i nostri cittadini hanno deciso di partire. Non ci sono state fino a ieri manifestazioni contro l’Italia. Non riconosciamo il governo attuale. Ma gli stessi militari che hanno fatto il colpo di Stato hanno garantito la sicurezza del convoglio italiano che ha trasportato i nostri connazionali e molti cittadini stranieri, fra cui 21 americani, in aeroporto''. Sul golpe, Tajani dice che ''molti, forse tutti in Europa, sono stati colti di sorpresa da questa evoluzione all’interno del sistema di potere del Niger. E' stata un’azione maturata all’interno del palazzo presidenziale. Il primo ministro nigerino si trovava a Roma: se avesse temuto un colpo di Stato non sarebbe stato in Italia. E' stata la guardia del presidente ad agire autonomamente. Nessuno lo sapeva, né gli Stati Uniti né la Francia''. Guardando in modo più ampio a ''tutto il Sahel'', il titolare della Farnesina dice che ''ormai da anni è in profonda evoluzione. Stanno cambiando gli assetti politici di un’area strategica per la sicurezza dell’Europa''.

A Niamey, spiega, ''tutti i contatti si stanno tenendo a livello locale con l’ambasciata. Io ho sentito l’alto rappresentante Ue Josep Borrell, con la ministra Colonna ci scriviamo e ci sentiamo di continuo''. I 350 soldati italiani in Niger, prosegue, ''al momento rimangono dove sono. I militari italiani come tutti gli altri contingenti occidentali. Noi addestravamo i contingenti nigerini e per ora abbiamo congelato naturalmente quelle attività, il nostro contingente rimane in caserma, nella sua base. La sicurezza dell’ambasciata è garantita dai carabinieri. Non è previsto un aumento del loro numero''.

Sulla sospensione degli aiuti, Tajani spiega che l'Italia non ha ''finanziamenti al bilancio'', ma solo ''alla società civile, alla cooperazione. E quelli bloccati dall’Ue sono legati a quelli diretti al bilancio''. Sul ruolo di Mosca in Niger, il vice premier dice ci non avere ''nessuna notizia di un coinvolgimento della Russia nelle vicende nigerine nella fase di gestazione del golpe: ma che poi Wagner cerchi di mettere un cappello sopra e di infilarsi anche in Niger è un altro conto. Le manifestazioni con le fotografie di Putin erano più in chiave anti-francese che altro. Ma certo, in tutta quella regione la Russia da anni si è infiltrata con abilità''. Su un sostegno di Parigi a un eventuale intervento militare di Ecowas Tajani spiega che ''la ministra degli Esteri francese non mi ha mai parlato di sostenere un intervento militare''.

Sul tema dell'immigrazione, Tajani dice che ''può succedere di tutto. Uno dei corridoi più importanti dell’immigrazione verso Nord, ovvero verso la Libia, passa proprio dalla regione di Agadez. E' una regione attraversata da trafficanti di droga, trafficanti di esseri umani e di armi. Anche per questo vogliamo essere presenti''.

Rispondendo sull’accordo Ue-Tunisia, il vice premier dice che ''condividiamo la posizione di Papa Francesco, che ha chiesto di mobilitarsi per quei disperati abbandonati nel deserto. E condividiamo tutte le iniziative possibili per salvare vite umane nel deserto. Nessuno deve morire perché costretto a migrare''.

1 anno fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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