Gli agricoltori sono i custodi della biodiversità
Il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura: "Obbligo di garantire la biodiversità, la tutela del verde, il patrimonio boschivo"
"La giornata di oggi offre un momento di riflessione sulla necessità di un migliore utilizzo delle risorse naturali e sull’irrinunciabile contributo del settore primario per garantire la biodiversità, la tutela del verde, il patrimonio boschivo". E' quanto afferma il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, in occasione della Giornata della Terra.
"Per affrontare grandi sfide come quella dei cambiamenti climatici – continua il sottosegretario - occorre puntare sempre di più su innovazione e ricerca, sull’agricoltura di precisione, per produrre meglio con meno, e su tecniche che possono aiutare ad avere piante più resistenti con minore ricorso a pesticidi e prodotti fitosanitari".
"Il nostro impegno - prosegue - va anche nella direzione di far crescere il biologico. Gli agricoltori da sempre investono nella Terra di cui sono custodi, con un impegno quotidiano nel produrre cibo sano, sicuro e sufficiente, preservando le risorse naturali. Sono e devono restare protagonisti, perché senza di loro ci sarebbe l’abbandono di interi territori con enormi danni anche alla salvaguardia dell’ambiente" conclude D’Eramo.
"La Giornata della Terra per noi non è una semplice ricorrenza. Siamo convinti che ognuno possa e debba dare il proprio contributo per combattere il declino climatico in atto e pensare al futuro delle generazioni che verranno. L'appello di questa edizione di investire in un'economia verde come unica via per un futuro sano, prospero ed equo, lo raccogliamo in pieno e lo sosteniamo, come fatto finora, con iniziative e battaglie anche al di fuori delle aule parlamentari. Se continuiamo di questo passo, l'Italia riuscirà ad azzerare le emissioni di gas serra solo tra 200 anni. Non è una nostra provocazione, ma l'esito cristallino e lapidario di uno studio condotto da Ispra ed Enea, secondo il quale nel 2022 le tonnellate di Co2 equivalente sono state circa 418 milioni di tonnellate: un dato praticamente invariato rispetto al 2021 e su cui pesano aumento del carbone, crollo della produzione idroelettrica e rinnovabili ferme al palo". Così, in una nota congiunta, i parlamentari del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni Ambiente di Camera e Senato.
"Ci sono dei motivi, per carità, alla base di questi fattori, non ultimo l'emergenza degli approvvigionamenti energetici in seguito a pandemia e conflitto russo-ucraino, ma è chiaro che se nulla si fa per invertire il processo, la situazione negli anni non andrà a migliorare. L'idroelettrico - aggiungono - è crollato perché non ci sono stati finora interventi seri sulla siccità. Le rinnovabili sono ferme al palo perché non si fa nulla per sbloccare i decreti attuativi che ne consentirebbero lo sviluppo. Si pensa al nucleare come soluzione, a rimandare lo stop alle auto inquinanti, a non far nulla sulla fiscalità ambientale, a mettere cerotti provvisori quando invece servirebbero solo lungimiranza e interventi strutturali. Ci saremmo trovati a un punto diverso da quello attuale. La transizione ecologica ha un costo, è vero, ma se non iniziamo mai a investirci su, avrà un costo ancora più alto", concludono.
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