Thuram: 'Sul razzismo cambiamo prospettiva e osservazione'

Una leggenda nel mondo del calcio che da sempre si dedica alla lotta contro il razzismo, prima con la sua Fondazione e poi con l'attività di scrittore. In occasione della presentazione del suo ultimo libro Il pensiero bianco al Festival della Scienza di Genova, Lilian Thuram regala al pubblico una calorosa chiacchierata sulla definizione dell’identità e sull'esigenza di cambiare punto di vista. Di soffermarsi, cioè, non su chi subisce la discriminazione, ma su coloro i quali dalle discriminazioni traggono vantaggio. "Il razzismo è una trappola. La gente deve capire che il razzismo è un’ideologia politica nata dall’apartheid, dalla colonizzazione” così Thuram parlando della nascita del pensiero bianco.

Si lascia andare anche a racconti personali, questo uomo imponente il cui sorriso non si spegne neppure quando racconta di avere scoperto di essere nero solo una volta arrivato in Francia dalla Guadalupa, dove è nato. O quando un suo compagno di squadra abbonato alla panchina, gli ha detto che con il fisico africano di Lilian (forte e resistente) e il suo cervello wasp (non formuliamo ipotesi), avrebbero costituito il giocatore perfetto. Anzi, a proposito: "Certo che mi sono incazzato, ma bisogna rimanere lucidi per trovare la risposta più intelligente. Incazzarsi serve solo a confermare il pregiudizio che ti insegue".

Invita il pubblico a un esperimento e dispiega un foglio: è una mappa del mondo, con l'Africa al centro. Stampata al contrario. "È necessario un cambio di prospettiva. Guardare le cose da un’altra angolazione vuol dire non essere più al centro e questo fa paura. Ma si può fare. Dobbiamo pensare come esseri umani, con gli stessi diritti”. E invita tutti a una riflessione: "Per risolvere il problema bisogna rendersi conto di essere parte del problema. Così come bisogna educare i maschi a combattere la violenza sulle donne, bisogna educare i bianchi a combattere contro il razzismo".