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Via il “porca pu**ena” di Lino Banfi dagli spot Tim

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Accolta la richiesta del Moige, la celebre esclamazione del comico andrà in onda solo in fascia protetta

Una delle frasi più conosciute del comico Lino Banfi, la celebre esclamazione “porca puttena”, era (ri)entrata da qualche tempo con insistenza nelle nostre case tramite uno spot di Tim.

Il Moige (Movimento Italiano Genitori) aveva denunciato come inopportuno lo spot all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e al Comitato Tv Minori.

La Tim ha provveduto a mandare in onda durante il giorno uno spot tagliato, privo della famosa frase del comico e accogliendo la richiesta del Movimento.

Il Moige ha festeggiando ringraziando l’azienda per la “sensibilità e disponibilità”, spiegando come si tratti di una vittoria “dei diritti dei minori in tv e sul web”.

Tim ha anche ricevuto varie accuse di censura, prontamente smentite, dato che secondo loro non è arrivato “nessun provvedimento” dalle autorità, ma si è trattato di una decisione autonoma.

Secondo il Moige “non c’è niente di antimoderno, niente di censorio nella richiesta di linguaggi adeguati ai minori”.

ll movimento ha poi specificato come le accuse non fossero rivolte a Lino banfi come protagonista della pubblicità, bensì allo spot Tim in sé. “Mostrare agli adulti uno spot adatto agli adulti è da paesi civili” è il titolo di un articolo sul sito del Moige.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite, ricorda il Moige, con la Convenzione per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza cita espressamente la necessità di tutelare il minore da informazioni e materiali inadatti”. Un’azione, questa, che ha certamente raggiunto l’obiettivo di portare l’associazione su tutti i siti di notizia, anche se con uscite stonate e poco opportune come l’ultima citazione.

Tali esternazioni, se pur fonte di popolarità, vanno probabilmente contro l’interesse stesso dei minori, portando il dibattito su un livello estremamente basso.

Un movimento come il Moige durante le prossime battaglie, magari più sensate di questa, vedrà probabilmente il proprio nome messo dall’opinione pubblica sotto la definizione di “bacchettoni”, perdendo parte di credibilità. Ne vale la pena? Sono veramente queste le battaglie da combattere per difendere i propri figli dai pericoli (infiniti) della società di oggi?

3 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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